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PowaTag, l’instant shopping sbarca in Italia e Motivi diventa il primo smart store

Immaginate non solo di poter acquistare online dal proprio smartphone (per quello c’è già Amazon), ma di poterlo fare scattando una semplice foto al prodotto desiderato, o captandone l’audio in un spot pubblicitario, e con un solo clic.

Da oggi questo sarà possibile anche in Italia con il marchio di abbigliamento Motivi, che svela la novità con un evento nello store di corso Vittorio Emanuele, a Milano: 14 capi saranno acquistabili direttamente attraverso l’app di Powa Tag, creata da Powa Technologies, startup inglese da 25 milioni di dollari di fatturato, che vanta partnership con 850 brand in 17 Paesi di tutto il mondo e arriva per la prima volta in Italia.

“E’ una rivoluzione – spiega il Ceo Dan Wagner -: basta scaricare l’applicazione, iscrivere i propri dati senza dover ogni volta reinserire tutte le credenziali, e acquistare qualsiasi prodotto in qualsiasi momento. Nelle stesse vetrine del negozio quando è chiuso, piuttosto che sui cartelloni pubblicitari, sui giornali, in televisione, sui tavolini di un bar, e via dicendo”.

A trasformare per due settimane lo store di Motivi in un “negozio virtuale” sarà l’utilizzo del Qr code applicato sui prodotti esposti in vetrina, che basterà dunque fotografare da fuori, mentre per l’audio Powa si affida al sistema Watermark, un ultrasuono riconoscibile dall’applicazione senza alterare la percezione sonora dell’uomo.

“Più che negozio virtuale – spiega Germano Marano, direttore del mercato italiano per Powa – lo definirei uno smart store, che va poi considerato all’interno del concetto più ampio di smart city, per cui qualsiasi attività umana sarà semplificata: anche, perché no, pagare i biglietti dell’autobus, i parcheggi, il car sharing come già viene fatto, le bollette, etc”.

Tutto con un’app, tutto con un clic. “Diventeremo più grandi di Amazon e Alibaba, perché il nostro sistema è ancora più agile e veloce”, dice sicuro Wagner, presente alla premiere italiana. “PowaTag diventerà un ecosistema, non un retailer. Siamo solo dei facilitatori: mettiamo l’applicazione  a disposizione  dei brand, e dai miliardi di transazioni possibili ricaviamo 30 centesimi (o lo 0,1% se è maggiore) da ognuna. Il resto è tutto opportunità per il cliente e guadagno per il brand”.

La rivoluzione dell’instant shopping sbarca dunque in Italia e lo fa in grande stile, visto che Motivi, del gruppo Miroglio, è la seconda società più grande delle 850 di tutto il mondo già coinvolte nel progetto, e la seconda in assoluto che esordisce in Europa.

“Siamo arrivati prima in Francia – racconta Wagner – con Comptoir des Cotonniers, ma quella fu una campagna di 15 giorni lanciata a fine maggio mentre in Italia, dopo il primo periodo di sperimentazione (durante il quale è anche previsto il 10% di sconto sui capi offerti, ndr), il servizio andrà avanti live”.

Al momento il player più grande, lanciato in estate, è il supermercato indonesiano Hypermart, anche se l’onda del successo sta raggiungendo la grande distribuzione anche in Europa: “Sempre in Francia – svela il Ceo inglese – chiuderemo con Carrefour entro novembre, dopodiché puntiamo a Galeries Lafayette”.

“In Italia invece – fa eco Marano – siamo in ballo con 50 brand, e la speranza è quella di lanciare un’altra campagna entro il 2014”. Anche nello Stivale, che esordisce subito con un marchio popolare come Motivi, si parla già di obiettivi di alto target: “Siamo in contatto per la grande distribuzione, poi c’è l’elettronica e anche le compagnie aeree, per l’acquisto dei biglietti ma anche di altri servizi”.

Al momento Powa è presente sul mercato italiano con 15 dipendenti (sui 500 di tutto il mondo) e non teme la recessione: “Acquistare sarà comunque più facile – argomenta Wagner -: se prima eri interessato a un prodotto e te lo potevi permettere, dovevi andare in banca a prendere i soldi e poi al negozio. Poi è arrivata la carta di credito. Poi l’e-commerce. Ora lo smartphone con un solo clic”.

E se questa rivoluzione facesse sparire fisicamente i negozi, favorendo i consumi ma non i posti di lavoro? “Anni fa con l’avvento di internet – è l’opinione di Marano – si diceva: farà morire la televisione. Invece come abbiamo visto la tv è diventata smart tv e ha ampliato le soluzioni: più canali, più servizi, più interattività. Lo stesso sarà per i negozi, tant’è vero che Motivi inaugura la sua campagna in un vero negozio, che rimarrà aperto consentendo semplicemente al cliente di acquistare anche quando è chiuso e anche altrove”.

Anzi, la possibilità di piazzare Qr code più o meno ovunque potrebbe nel tempo rivoluzionare, rilanciandolo, anche il mercato dell’advertising. “Prendete i giornali – concorda Wagner -: che ritorno può avere un brand che compra una pagina per mettere una semplice foto del suo prodotto? Che ritorno può avere invece se da quella pagina il lettore può direttamente acquistare? Non sta più pubblicizzando, sta direttamente vendendo. Sarà più portato ad acquistare spazi sui giornali, e i giornali ne ricaveranno guadagni maggiori, aiutati anche dal marchio a capire giorni, orari, luoghi di maggiori vendite grazie alla geolocalizzazione”.

Un tema spinoso, quello dei Big Data, ma che apre nuovi e interessanti scenari commerciali. Del resto, non a caso, Powa Technologies è stata la startup più finanziata della storia da un singolo venture capital attraverso il crowdfunding:  a versarle 96 milioni di dollari (76 lo scorso anno, 20 quest’anno) è stato il fondo d’investimenti statunitense Wellington, credendo in un progetto che lancia la sfida ai big dell’e-commerce.

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