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Povertà assoluta in calo nel 2019, ma con Covid 1 milione in più

Pixabay

Ci sono “due Italie” ormai, quella pre-Covid e quella post-Covid. La prima aveva portato con sé un lieve miglioramento: nel 2019 il numero di famiglie in povertà assoluta si era ridotto rispetto all’anno precedente. In numeri le famiglie che non potevano permettersi le spese minime per condurre una vita accettabile erano 1,7 milioni, pari a 4,6 milioni di persone. In termini percentuali parliamo del 6,4% delle famiglie totali (contro il 7% del 2018) e del 7,7% delle persone (contro l’8,4% dell’anno prima). A rivelarlo è un report dell’Istat che sottolinea come dopo quattro anni di continuo aumento sia arrivata la discesa, anche se i livelli erano ancora superiori (molto superiori) rispetto a quelli “precedenti la crisi del 2008-2009”.

Sono dati che in condizioni normali avrebbero fatto ben sperare in un futuro migliore. Il problema è che il coronavirus potrebbe aver rimesso in discussione tutto, soprattutto perché secondo Bankitalia la crisi economica derivante dalla pandemia si abbatterà soprattutto sui ceti più poveri, causando una riduzione del reddito che per il 20% di famiglie con redditi inferiori sarà due volte più ampia di quella subita da chi ha redditi più elevati. Non solo, in base a quanto riportato da Coldiretti “la pandemia coronavirus negli ultimi mesi ha fatto salire di oltre un milione i nuovi poveri che nel 2020 hanno bisogno di aiuto anche per mangiare”.

I DATI ISTAT SULLA POVERTÀ ASSOLUTA

Partiamo dai dati Istat. Scendendo nei dettagli del report, dall’analisi dell’Istituto Nazionale di Statistica emerge come “la diminuzione della povertà assoluta si deve in gran parte al miglioramento, nel 2019, dei livelli di spesa delle famiglie meno abbienti (in una situazione di stasi dei consumi a livello nazionale)”, si legge nello studio, che poi spiega: “L’andamento positivo si è verificato in concomitanza dell’introduzione del Reddito di cittadinanza (che ha sostituito il Reddito di inclusione) e ha interessato, nella seconda parte del 2019, oltre un milione di famiglie in difficoltà”.

Dal punto di vista geografico, il Mezzogiorno si conferma il territorio più in difficoltà con l’8,5% delle famiglie in povertà assoluta al Sud e l’8,7% nelle Isole. Percentuali più elevate rispetto a quelle registrate nel Nord-Ovest (5,8%), nel Nord-Est (6%) e nel Centro (4,5%). “Per questa ragione, anche se le famiglie del Nord sono di più rispetto a quelle del Mezzogiorno (rispettivamente 47,8% e 31,7% del totale), il numero di famiglie povere nelle due ripartizioni è sostanzialmente uguale: 43,4% al Nord e 42,2% nel Mezzogiorno. Nel Centro si trova il restante 14,4%”, evidenzia l’Istat.

Per quanto riguarda i singoli individui invece oltre 2 milioni di poveri assoluti (il 45,1% del totale) sono residenti al Nord, contro 1 milione e 860mila nelle regioni del Nord (40,5%). Ciò si deve anche alla maggior presenza nel Mezzogiorno di famiglie numerose tra le famiglie in povertà assoluta rispetto al Nord. 

STRANIERI E MINORI

I dati testimoniano che nel 2019 i cittadini stranieri in povertà assoluta erano quasi 1,4 milioni, il 26,9% del totale contro il 5,9% dei cittadini italiani. Pesante il dato sui minori: lo scorso anno gli under 18 in povertà assoluta erano 1 milione e 137mila (11,4% rispetto al 7,7% degli individui a livello nazionale; 12,6% nel 2018). Anche in questo caso la maggior incidenza si è registrata nel Mezzogiorno (14,8%) e tra l’età compresa tra i 7 e i 13 anni (12,9%) mentre per quanto riguarda le altre fasce: 4-6 anni (11,7%), 0-3 anni (9,7%) e 14-17 anni (10,5%), quest’ultima in particolare miglioramento rispetto all’anno precedente (12,9%). 

Nel 2019, in totale, le famiglie con minori che non riuscivano ad affrontare le spese minime sono 618mila (9,7%).”La maggiore criticità per le famiglie con minori emerge anche in termini di intensità della povertà, con un valore pari al 23,0% contro il 20,3% del dato generale. Oltre a essere più spesso povere, le famiglie con minori sono anche in condizioni di disagio più marcato”, scrive l’Istat. 

POVERTÀ RELATIVA

Nel 2019 erano poco meno di 3 milioni (11,4%) le famiglie in condizioni di povertà relativa, per un totale di 8,8 milioni di individui (14,7%). Numeri stabili rispetto all’anno precedente. Dal punto di vista territoriale: nel Nord l’incidenza era pari al 6,8% con valori simili sia nel Nord-ovest sia nel Nord-est (rispettivamente 6,7% e 6,9%) mentre nel Mezzogiorno arrivava al 21,1%.

LE STIME DI COLDIRETTI

Il miglioramento registrato nel 2019 potrebbe essersi arrestato a causa della pandemia di coronavirus che ha colpito l’Italia e il mondo. Anzi, secondo le stime di Coldiretti, il Covid-19 avrebbe fatto salire di oltre un milione i nuovi poveri. I calcoli arrivano sulla base delle persone che hanno beneficiato di aiuti alimentari con i fondi Fead distribuiti da associazioni caricatevoli. Secondo Coldiretti, si è registrato “un aumento anche del 40% delle richieste di aiuto”. “Fra i nuovi poveri nel 2020 – sottolinea ancora l’associazione – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie”. Persone che fino ad oggi non si erano mai trovate in condizioni di povertà, ma che a causa di “un’emergenza sociale senza precedenti dal dopoguerra” sono state costrette ad affidarsi alle iniziative di solidarietà per andare avanti.

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Categories: Economia e Imprese