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Potenza, un impianto fotovoltaico per alimentare l’acquedotto

Utilizzati fondi europei 2014-2020 mentre la nuova Giunta regionale di centrodestra vuole cambiare rotta – Disponibili 2,4 milioni di per riconversione e riqualificazione energetica.

Potenza, un impianto fotovoltaico per alimentare l’acquedotto

C’è un grande depuratore a Potenza, in zona varco Izzo, dell’Acquedotto Lucano che da settembre sarà totalmente autosufficiente grazie ad un impianto fotovoltaico del costo di 1 milione e 250 mila euro. Pannelli di ultima generazione che produrranno 1,2 gigawattora, come se dovessero dare energia a 400 famiglie. La notizia è di particolare importanza per la Basilicata, già incamminata sulla strada dell’efficientamento energetico e delle rinnovabili.

Con una nuova guida, però, passata dal centrosinistra alle mani di Vito Bardi del centrodestra. Come già accade per altri servizi integrati anche il depuratore di Potenza, comunque, si autogestirà senza fastidiosi impatti sull’ambiente. I lavori sono iniziati e gli studi di fattibilità prevedono un arco di vita di 25 anni. Se tutto andrà a posto, i pannelli genereranno complessivamente circa 30 GWh. 

Settembre è vicino e i soldi sono arrivati dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 2014-2020 assegnati alla Regione con il Patto per lo Sviluppo della Basilicata. L’Acquedotto lucano sta organizzando tutto sulla vasta area occupata dall’impianto di smaltimento senza intaccare il paesaggio in cui è inserito. Anche questo modo di procedere non è cosa da poco, considerate le passate opposizioni agli impianti energetici in Val d’Agri, a pochi minuti da Potenza. “Noi – ha detto Giandomenico Marchese, Amministratore dell’Acquedotto Lucano – pensiamo che queste opere rappresentino un contributo importante per migliorare il sistema delle infrastrutture idropotabili. Di fatto diventano più efficienti e sostenibili”.

La realizzazione del nuovo impianto da fonte fotovoltaica accredita un processo di transizione sia sull’uso sostenibile dell’energia usando fonti alternative, sia perseguendo risparmi su una delle principali voci del bilancio della società. Il contesto regionale appare favorevole, perché ci sono da spendere 2,4 milioni di euro proprio per queste finalità. Al netto della burocrazia e delle scelte politiche della nuova Giunta dovrebbero essere pubblicati i nuovi bandi per assegnare le risorse comunitarie alle imprese.

La Basilicata a livello ancora più generale, ha bisogno di infrastrutture. E non solo perché ogni tanto viene ricordato che qui ancora non c’è una ferrovia degna del nome. La partita vera in realtà si sta giocando sulle reti infrastrutturali e sui sistemi integrati energia-sostenibilità-crescita. Società importanti e aziende locali si sono messe insieme in cluster di settore per investire e far crescere i circuiti virtuosi energia-ambiente. Tutto sommato i pannelli fotovoltaici del depuratore di Potenza sono indicativi di una volontà e di una scelta. che però il nuovo Governo regionale vuole rivedere. A cominciare, per restare in tema di energia, dall’eolico.

Senza troppi giri di parole il neo governatore Bardi ha detto di voler cambiare prassi e metodi sinora seguiti e che il nuovo piano paesaggistico segnerà una discontinuità, con un netto no all’eolico selvaggio. Sotto accusa la mancanza di politiche regionali per la corretta installazione di impianti che ha prodotto scempio del territorio. Vuole aprire alle politiche sostenibili valorizzando, però, i sottoprodotti e gli scarti delle lavorazioni agricole, alimentari e forestali ai fini energetici.

In altre parole, una bioeconomia che ha bisogno di impianti ancora da tirare su. Una nuova visione delle cose ma che richiede tempi non celeri. D’altronde non è un segnale rassicurante nemmeno la cancellazione del piano rifiuti della precedente Giunta, sempre per stare al tema energia-ambiente. Si rivede tutto e come spendere i soldi europei? Per fortuna i lavori nel depuratore di Potenza non corrono questo rischio.

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