Nasce PostePay Spa e Matteo Del Fante concentra in un unico spazio moneta elettronica e pagamenti digitali. Così come aveva annunciato il gruppo Poste ha integrato Poste Mobile Spa (dove sono contrati i servizi di telecomunicazione) con le attività di monetica e i sistemi di pagamento. Ne è nata la più grande Imel (Istituto di Moneta Elettronica) d’Italia con 4,08 milioni di Sim PosteMobile, 26,5 milioni di carte di pagamento (19 milioni sono prepagate) e 2,2 milioni di portafogli digitali (digital wallets).
“Da oggi (ieri per chi legge, ndr) è operativa la più grande piattaforma di pagamenti digitali – afferma l’Ad di Poste Matteo Del Fante – che, in sinergia con la rete di distribuzione più capillare d’Italia quella degli uffici postali, permette alla nostra azienda di consolidare il suo ruolo di motore di sviluppo e di innovazione per il Paese. Grazie alle soluzioni offerte da PostePay SpA, milioni di famiglie, le imprese e la Pubblica Amministrazione potranno beneficiare di servizi di qualità e prodotti semplici e sicuri adatti ad ogni loro esigenza”.
Del Fante compie dunque un altro passo avanti nel percorso di Deliver 2022, il piano presentato il 27 febbraio 2018. L’enfasi di Poste sull’operazione Imel non è casuale: dopo l’autorizzazione chiesta e ottenuta dalla Banca d’Italia la nuova PostePay Spa non solo valorizza i canali di distribuzione rappresentati dalle migliaia di sportelli postali distribuiti nel territorio italiano ma li combina con la rete digitale. Con l’autorizzazione ottenuta come Imel PostePay può in prospettiva emettere nuove carte di pagamento senza passare dai circuiti bancari o fare concorrenza alle banche sui Pos, le macchinette per i pagamenti nei negozi tramite Bancomat.
Anche per questo dietro l’angolo c’è la possibile acquisizione di Sia: Poste nei mesi scorsi ha dato un mandato esplorativo a JP Morgan per verificare la convenienza dell’operazione. Sia è il gruppo controllato da Cdp, banche e F2i che opera a livello europeo garantendo la gestione di infrastrutture e servizi tecnologici dedicati a istituti di credito, banche centrali, imprese e Pa per i loro pagamenti digitali. L’operazione è ambiziosa e forse desta qualche preoccupazione nelle banche che vedono crescere un concorrente “pericoloso”. Di traverso inoltre potrebbe mettersi la crescita dello spread: se continuasse a salire costringerebbe Poste a mettere la sua liquidità in Poste Vita, per rafforzarla patrimonialmente. E’ ancora presto però per alzare bandiera bianca.