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Poste svela la politica del dividendo

Tre settimane alla privatizzazione di Poste Spa. E novità sono in arrivo sul possibile dividendo che il gruppo guidato da Francesco Caio distribuirà ai nuovi (e vecchi) azionisti. L’obiettivo del vertice, infatti, anche per rendere più sfiziosa e appetibile un’offerta pubblica che già ha messo in moto l’attenzione dei mercati, è di indicare quale sarà il pay out già nel prospetto informativo.

Il prospetto è ora all’enzione della Consob che dovrebbe dare il via libera e pubblicarlo il 10 ottobre, un sabato, data che segnerà il fischio d’inizio dell’Ipo e del conseguente road show. Due settimane e poi il titolo Poste Spa si preparerà a sbarcare sul listino intorno al 28 ottobre.

Anche da questo punto di vista, dunque, l’operazione Poste si presenta con un carattere innovativo: non era mai successo nelle precedenti privatizzazioni che la politica del dividendo venisse annunciata con il prospetto informativo. Già cominciano le prime esercitazioni su quanto potrebbe, allora, essere distribuito agli azionisti. L’ipotesi di un pay out del 40% viene valutata tra 0,2 e 0,3 euro in termini di cedola.

L’utile netto di Poste nel 2014 è stato pari a 212 milioni, in forte calo rispetto al risultato 2013 (1 miliardo), in quanto condizionato dalla svalutazione della partecipazione in Cai (Alitalia) e da una diversa e maggiore incidenza dei carichi fiscali. Hanno avuto un peso anche gli oneri straordinari (242 milioni) legati al processo di trasformazione del gruppo proprio in vista della privatizzazione. Il risultato operativo, nonostante queste rettifiche è stato pari a 691 mioni. Cifre che la 1a semestrale 2015 indica in crescita visto che l’utile di competenza del periodo è quasi raddoppiato (435 milioni contro 222 a fine 2014). E il risultato operativo semestrale è cresciuto del 26,1% a 638 milioni.

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