Parte la rivoluzione degli uffici postali, si chiama Progetto Polis: un unico luogo per tanti servizi nelle aree più isolate. I vertici di Poste italiane lo hanno presentato a oltre 5 mila sindaci arrivati alla Nuvola di Roma dagli oltre 7.000 piccoli borghi e Comuni interessati. Una sala affollatissima di fasce tricolori ma anche una presenza delle istituzioni ai massimi livelli, per sottolineare l’interesse e l’attenzione rivolto alle piccole realtà locali: il presidente Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, una nutrita delegazione di ministri a cominciare da Giancarlo Giorgetti (Mef) e Adolfo Urso (Mimit). Cos’è il progetto Polis? È un progetto che prevede la trasformazione, digitalizzazione, l’efficientemento e soprattutto l’offerta di servizi essenziali per le zone periferiche del Paese: connessione ad alta velocità, possibilità di networking e smartworking innanzitutto, accesso a certificati e sevizi della Pa, senza fare chilometri, utilizzando macchine connesse alla rete e in grado di rispondere in tempo reale. Il progetto Polis è stato fra i primi ad avere ottenuto il sigillo della Ue nell’ambito del programma Next Generation EU e inserito nel Pnrr. Vale 1,2 miliardi: 800 finanziati dal Pnrr, 400 dalle Poste.
Progetto Polis: cosa prevede, a chi è rivolto
Il progetto Polis è affettivamente una rivoluzione per 6.933 uffici postali collocati in 7.665 Comuni italiani a cui è rivolto. Si tratta dei Comuni con meno di 15.000 abitanti, borghi spesso splendidi ma svuotati e soprattutto sprovvisti dei servizi più evoluti.
Nei nuovi uffici la cui realizzazione è partita nel 2022 e si concluderà nel 2026, saranno distribuiti documenti di identità (dal passaporto alla tessera sanitaria, codice fiscale), certificati anagrafici, atti e certificati giudiziari e previdenziali, oltre a servizi regionali come le prenotazioni al Cup o l’elezione al canone Rai o l’idee. Utilizzando le macchine – il cosiddetto totem di Poste (4.000 in tutto) – si potrà così consultare il casellario giudiziale ma anche ottenere subito il duplicato della patente, 24 ore su 24, sette giorni su sette.
I primi 40 uffici digitali sono già stati completati, 1500 cantieri saranno avviati quest’anno. Il progetto Polis prevede anche il rinnovo delle aree esterne in 1000 uffici e l’installazione di 4.000 colonnine di ricarica per le auto elettriche. Per tutti gli uffici è prevista la massima attenzione alla sostenibilità ambientale e riduzione della CO2.
Nella riorganizzazione sono anche previsti 250 spazi di coworking: immobili storici (una ventina) o più moderni che saranno distribuiti lungo tutto il territorio italiano, attualmente di proprietà di Poste saranno attrezzati e convertiti in spazi di lavoro condiviso.
Progetto Polis: l’impegno del governo e del vertice di Poste
Il Progetto Polis è “un servizio rivolto a tutti gli italiani” ha esordito la presidente Bianca Maria Farina. E Giorgia Meloni ha colto l’occasione per ricordare che il suo governo “vuole unire l’Italia, garantendo a tutti il diritto di accedere ai sverzi dell’amministrazione centrale e locale dello Stato. Non ci sono – ha sottolineato con particolare fermezza – città o cittadini di serie A e B, servizi di serie A e B. C’è una sola Italia con servizi e diritti uguali per tutti, un’Itali che non si arrende allo spopolamento dei piccoli Comuni che è un’emergenza al Sud come al Nord e al Centro. C’è una sola Italia – ha insistito – in cui nessuno è escluso o lasciato indietro e che lavora per essere più sostenibile. Solo un’azienda strategica come Poste poteva realizzarlo”.
Anche Adolfo Urso, ministro per le imprese e il made in Italy, e Paolo Zangrillo (Funzione pubblica) hanno posto l’accento sullo sforzo per ridurre il divario digitale favorendo con il Polis l’accesso ai servizi digitali tramite la piattaforma di Poste ma anche per ridurre il divario digitale e generazionale. Giancarlo Giorgetti (Mef) sottolinea a sua volta che il valore del progetto tiene conto di un obiettivo importante: “Abbiamo bisogno non solo di meno burocrazia ma anche di buona burocrazia. E di guardare non solo al profitto delle nostre aziende pubbliche ma anche al loro impatto sociale”.
Un messaggio colto al volo da Matteo Del Fante – Ad di Poste dal 2017 – che parla a braccio e ricorda che sotto la sua guida il gruppo è passato da 10,5 a 11,6 miliardi di ricavi, da 450 a 800 milioni di investimenti, da 1,1 a 2,3 miliardi di Mol. Soprattutto – ha osservato – “Siamo un’azienda di mercato che ha saputo trasformarsi, ma siamo consapevoli del ruolo che svolgiamo come azienda pubblica nel sistema Paese. E il nostro sforzo è stato di conciliare gli obiettivi di business con le funzioni sociali per le comunità. Ben presto offriremo anche luce e gas”. Quando, Matteo Del Fante ancora non lo svela. La scelta di tenere aperti gli uffici postali nei piccoli borghi, dotandoli di servizi più evoluti, invertendo la rotta rispetto alla precedente gestione, va in questa direzione.
E il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, applaudissimo, saluta i sindaci e chiude la giornata con un encomio: “In 160 anni Poste ha accompagnato lo sviluppo del Paese. “Il crescente disagio per l’arretramento dei servizi dovuto al divario digitale incide sulla vita quotidiana dei cittadini. Si tratti di isole minori, comuni montani o delle aree interne. Una condizione che, se proseguisse, sarebbe di impoverimento del nostro Paese, di privazione di opportunità. Per questo il Progetto Polis è importante: porta sviluppo e innovazione.”
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