Rosse, dalla forma rettangolare. Quando eravamo piccoli le cassette postali di Poste Italiane erano disseminate in ogni angolo della città. Ci erano indispensabili per inviare cartoline, tenere i contatti con parenti e amici lontani, risolvere problemi quotidiani o burocratici. Tutti abbiamo inviato o ricevuto una lettera che conserviamo ancora gelosamente in uno dei cassetti di casa. Sono passati anni e oggi le 40mila cassette postali presenti nel nostro Paese sono diventate una vera icona Pop, simbolo di un’Italia che c’è e continua a resistere. Ma anche quei “rettangoli rossi” devono evolversi e stare al passo con i tempi, trasformandosi grazie all’innovazione e alla tecnologia senza però dimenticare la tradizione.
Per questo motivo Poste ha deciso di far diventare “smart” le cassette postali presenti in Italia. Le prime cassette di nuova generazione hanno già debuttato a Milano in Via Cordusio, Piazza Duomo e Via Orefici. Presto arriveranno anche a Torino, Roma e Napoli. La fase sperimentale prevede l’installazione di 100 nuove cassette, a regime arriveranno tutte le altre. Per il 2022 Poste prevede infatti di raggiungere quota 12mila cassette smart diffuse in tutta Italia.
“In linea con la sua missione sociale, Poste Italiane prosegue parallelamente con l’attività di sostituzione e manutenzione delle cassette postali, per riqualificare lo spazio urbano e l’installazione di cassette di ultima generazione anche nei Piccoli Comuni. Senza schermo, le cassette nei Comuni sotto i 5000 abitanti hanno le medesime funzionalità delle cassette smart”. spiega la società guidata da Matteo Del Fante in una nota, sottolineando che i dati rilevati sono consultabili sul sito di Poste Italiane inserendo il nome del comune”.
LE CASSETTE POSTALI SMART
Le nuove cassette postali di Poste Italiane sono dotate di uno schermo ad e-ink, simile a quello che si trova sugli e-reader, grazie al quale gli utenti riceveranno informazioni utili. Potremo conoscere la temperatura, il livello di umidità delle polveri sottili e altri dati ambientali. Saranno inoltre presenti dei sensori che rilevano la presenza della corrispondenza all’interno e consentono a Poste di ottimizzare la fase di ritiro, riducendo l’impatto ambientale.
“L’iniziativa è coerente con i principi ESG sull’ambiente, il sociale e il governo di impresa, rispettati dalle aziende socialmente responsabili, che contribuiscono allo sviluppo sostenibile del Paese”, evidenzia Poste.
UN PO’ DI STORIA
Le tradizionali cassette postali rosse che tutti noi conosciamo hanno appena compiuto 60 anni, ma la loro storia è molto più lunga. Sono comparse per la prima volta in Italia alla fine dell’Ottocento, nel 1886 per la precisione, anno in cui la Direzione Generale delle Poste stipulò un contratto con l’officina Meccanica di Ettore Calzone per produrre 100 cassette mobili “da collocarsi nelle varie stazioni delle principali linee ferroviarie del Regno”. Da allora hanno seguito l’evoluzione della società italiana in tutti i suoi momenti salienti, dalle guerre mondiali all’inizio della Repubblica, quando le Poste eliminarono dalle cassette l’emblema del Regno d’Italia.
Tra il 1961 e il 1965 arrivarono le cassette di impostazione a due feritoie così come le conosciamo oggi, mentre nel 1967 il presentatore Corrado sbucò da una cassetta della posta in uno spot destinato a far conoscere il Cap agli italiani: per questa campagna Poste coinvolse testimonial come Gianni Boncompagni, Raffaella Carrà, Gino Bramieri e Ugo Tognazzi. E arriviamo all’oggi, momento in cui le cassette postali sono chiamate a testimoniare un’altra grande rivoluzione, quella tecnologica, mantenendo la loro ragion d’essere, ma diventando più “smart” e più sostenibili.