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Poste Italiane: nuove assunzioni entro il 2026, novità su smart working e indennità. Il primo accordo con i sindacati

Ufficio Stampa Poste

Poste Italiane ha firmato un primo accordo con i sindacati Cisl Slp, Confsal Comunicazioni, Failp Cisal e Fnc Ugl che porterà oltre 7.500 tra nuove assunzioni e stabilizzazioni nel biennio 2025-2026. L’intesa prevede diversi capitoli che vanno dalle assunzioni fino alle politiche attive del lavoro su cui ci saranno oltre 9.000 interventi.

Nel dettaglio, il piano prevede:

  • 5.947 stabilizzazioni: 5.447 nel settore del recapito e 500 nello smistamento.
  • 1.171 trasformazioni contrattuali: 811 nel recapito e 360 nello smistamento.
  • 2.000 nuove assunzioni nel Mercato Privati e nella logistica, inclusi 1.600 full-time equivalent (Fte) e 400 trasformazioni.

Nel settore logistico, il progetto Rete Corriere accompagnerà l’espansione del segmento pacchi, con l’ingresso di 4.645 corrieri e 500 nuovi addetti dedicati allo smistamento.

Settimana lavorativa corta e smart working: le novità

Tra le innovazioni più attese c’è la sperimentazione della settimana lavorativa di cinque giorni negli uffici postali delle aree metropolitane, una misura che punta a migliorare l’equilibrio vita-lavoro per i dipendenti.

Sul fronte dello smart working, azienda e sindacati stanno discutendo una proroga per mantenere la flessibilità introdotta durante la pandemia. Un nuovo incontro è previsto nei prossimi giorni per definire i dettagli.

Indennità: nuovi importi giornalieri per il personale

L’accordo prevede anche l’introduzione di una “indennità di relazione” secondo quanto stabilito dall’articolo 77 del Contratto collettivo nazionale di lavoro. Gli importi giornalieri varieranno in base al ruolo:

  • 5,50 euro per gli Operatori Front End (Ofe)
  • 6 euro per i Supervisori Commerciali Front End e Back Office (Scf e Scb)
  • 9 euro per i Responsabili di Centro di Smistamento (Scm)

Le tensioni tra i sindacati

Nonostante l’importanza dell’accordo, non tutti i sindacati sono soddisfatti. La Cgil e la Uil non hanno firmato l’intesa, criticandone la tempistica e la mancanza di coinvolgimento delle Rsu. Nicola Di Ceglie (Slc Cgil) ha definito l’accordo come “un segnale grave”, mentre Claudio Solfaroli (UilPoste) ha parlato di “violazione del pluralismo sindacale”.

L’assenza di due sigle sindacali potrebbe creare divisioni e complicare l’implementazione del piano, che sarà ora sottoposto al giudizio dei lavoratori nelle assemblee dei prossimi giorni.

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