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Porto La Spezia: Cdp, Intesa Sanpaolo e Bei concedono finanziamento da 160 milioni

Imagoeconomica

Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Intesa Sanpaolo e Banca Europea degli Investimenti (BEI) hanno concesso a La Spezia Container Terminal (LSCT, società privata parte del Gruppo Contship Italia) un finanziamento da 160 milioni della durata complessiva di 15 anni, con la possibilità di richiedere l’erogazione fino al dicembre 2025.

I fondi serviranno a LSCT, leader nella movimentazione di merci e gestore del terminal ligure, per lo sviluppo infrastrutturale del Porto di La Spezia, per migliorare l’accessibilità portuale rafforzando l’impianto ferroviario e per generare impatti positivi sull’occupazione e sull’ambiente.
L’operazione è stata strutturata dalla Direzione Corporate Finance Mid-Cap della Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (che opererà inoltre in qualità di Banca Agente), da CDP e da BEI.
“È motivo di soddisfazione” dice Andrea Perusin, direttore regionale Piemonte Sud e Liguria di Intesa Sanpaolo, “avere un ruolo primario in un’operazione di tale calibro. Il nostro Gruppo, nell’orizzonte del PNRR, ha messo a disposizione 410 miliardi di euro di finanziamenti per accelerare la ripresa del Paese, la digitalizzazione e la transizione green attraverso le imprese del territorio, nelle quali poniamo la massima fiducia”.

Il terminal raggiungerà una capacità totale di movimentazione pari a circa 2 milioni di TEU

Nel dettaglio, le risorse sosterranno il piano investimenti di LSCT – perfezionato il 29 luglio 2022 con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale – dedicato all’acquisto di nuove gru di banchina di ultima generazione, di quelle di piazzale ASC, e di altre gru dedicate al servizio di terra, oltre al miglioramento dell’infrastruttura nel suo complesso. I lavori, spiega una nota congiunta, riguarderanno principalmente: la costruzione di una nuova banchina, la realizzazione di un piazzale operativo, i lavori presso la Marina del Canaletto, infine, il rafforzamento dell’impianto ferroviario nel movimento a terra delle merci.

Lo sviluppo di tali opere permetterà al terminal di raggiungere una capacità totale di movimentazione pari a circa 2 milioni di TEUs e una quota di trasferimento delle merci tramite ferrovia che aumenterà dall’attuale 33% fino al 50%. In questo modo il Porto di La Spezia potrà diventare sempre più centrale nel Mar Ligure, dove rappresenta uno dei punti di ingresso dei principali corridoi di trasporto che collegano l’Europa centrale e settentrionale.

Il finanziamento “è finalizzato a sostenere un’infrastruttura strategica per il Paese e un nodo importante nel Mediterraneo. I lavori di ampliamento, razionalizzazione ed efficientamento del terminal, infatti, potranno aumentare la competitività del sistema logistico nazionale nel suo complesso, anche grazie all’adozione di soluzioni di automazione ed elettrificazione all’avanguardia, in linea con i più moderni porti del Nord Europa” dice una nota.
Il progetto è coerente con il Piano Strategico 2022-2024 di CDP e segue le priorità di intervento individuate dalle Linee Guida Strategiche Settoriali relative ai Trasporti e Nodi Logistici.

“Il piano di investimenti di La Spezia Container Terminal porterà alla realizzazione di progetti con un impatto significativo in un settore strategico come quello portuale” ha detto Carlo Lamari, responsabile Infrastrutture CDP. “Tutte le opere verranno realizzate in base a criteri di sostenibilità e innovazione e permetteranno di generare ricadute positive sul territorio in termini occupazionali e ambientali”.

Impatto positivo sull’ambiente. A regime CO2 dimezzata per Teu movimentato

Inoltre il progetto punta a generare impatti positivi sull’ambiente, pur considerando l’importante aumento delle movimentazioni. Le emissioni di CO2 per TEU (twenty feet equivalent unit, l’unità di misura del trasportato su nave) movimentato, a regime, verranno dimezzate, mentre quelle complessive a partire dal 2026 saranno ridotte di circa il 10%. Il programma di investimento è in linea con il principio DNSH di non arrecare danni significativi all’ambiente sui sei obiettivi definiti nell’ambito del sistema di tassonomia europea. Si stimano anche impatti positivi sui livelli occupazionali di tipo sia diretto sia indiretto, considerando anche l’indotto che sarà attivato.
“Con questa operazione la BEI – ha dichiarato Andrea Clerici, capo Divisione BEI per finanziamenti Infrastrutture, Energia e Settore Pubblico in Italia e Malta – si conferma come il principale finanziatore dei porti italiani e, ancora una volta, dimostra il proprio impegno nel sostenere lo sviluppo economico e la decarbonizzazione del settore portuale, un elemento fondamentale per permettere all’Italia di rimanere uno dei principali attori europei per il trasporto marittimo”.

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Categories: Economia e Imprese