X

Popolare Sondrio diventa spa: addio al voto capitario

Anche l’ultima delle grandi popolari, la Popolare di Sondrio, abbandona il regime cooperativo e diventa spa in attuazione di quanto previsto sette anni fa dalla Riforma Renzi, a lungo caldeggiata dalla Banca d’Italia e originariamente concepita da Mario Draghi quando alla fine degli ’90 era il direttore generale del Tesoro.

L’assemblea straordinaria della Popolare di Sondrio ha approvato a larghissima maggioranza (2.517 sì, 38 no e 39 astensioni) la storica decisione che chiude un’epoca e ne apre un’altra, quella per la quale scompare l’assurdo voto capitario (un voto per ogni testa a prescindere dal numero di azioni possedute da ogni socio) e contano le azioni. Anche la Popolare di Sondrio diventa così contendibile e non è improbabile che presto la Bper, posseduta al 20% da Unipol, che è già partner della banca valtellinese decida di assumerne la guida o quanto meno di accrescere la propria quota azionaria avviando una nuova fase del risiko bancario.

La Popolare di Sondrio ha cercato in tutti i modi di sfuggire al vincolo posto dalla Riforma Renzi per le banche popolari con un attivo superiore agli 8 miliardi che impone di abbandonare il regime cooperativo e il conseguente voto capitario per diventare una spa come tutte le società quotate in Borsa.

Finora la riforma Renzi ha permesso di portare alla luce le malefatte delle banche venete e ha dato una governance più trasparente alle Popolari che si sono trasformate in spa, fermo restando il principio per cui le piccole Popolari possono restare cooperative.

Vedremo presto quale sarà il futuro della Popolare di Sondrio ma la sua solidità patrimoniale e il forte radicamento nel territorio lasciano immaginare un orizzonte di sviluppo che la nuova governance faciliterà.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati