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Popolare Sondrio critica l’Ops di Bper: è insufficiente sul piano industriale e finanziario

La Banca Popolare di Sondrio va avanti da sola convinta di avere migliori “prospettive di crescita” in un percorso stand alone rispetto alle “incertezze” e ai “rischi” connessi a una fusione con Bper. La decisione del cda con l’astensione del consigliere in quota Unipol

Popolare Sondrio critica l’Ops di Bper: è insufficiente sul piano industriale e finanziario

Offerta Bper bocciata con l’astensione del consigliere in quota Unipol. Timori per futuro del personale. Il cda della Banca Popolare di Sondrio ritiene che sia “nell’interesse di tutti gli azionisti poter valutare il profilo di solidità patrimoniale e le prospettive di crescita e creazione di valore del nuovo piano su base stand alone confrontandoli con le incertezze e i rischi connessi con uno scenario di integrazione con Bper”.

Popolare Sondrio: si astiene il consigliere in quota Unipol

Lo comunica il board della Sondrio dopo aver esaminato l’Ops di Bper, sottolineando come la banca “rimane impegnata nell’esecuzione del proprio percorso di crescita” che include anche “la presentazione del nuovo piano, oltre all’analisi di opzioni strategiche che possano accelerare il percorso di creazione di valore”. Il comunicato, diramato ieri sera a mercati chiusi, risulta approvato con la sola astensione di Roberto Giay, consigliere in quota Unipol, primo azionista di entrambe le banche e sponsor dell’integrazione.

Popolare Sondrio critica l’Ops di Bper: ecco cosa ha detto il cda

Il cda ritiene, inoltre, che sia “nell’interesse di tutti gli azionisti poter valutare il profilo di solidità patrimoniale e le prospettive di crescita e creazione di valore del nuovo piano su base stand alone confrontandoli con le incertezze e i rischi connessi con uno scenario di integrazione con Bper”, sottolineando ancora che la banca “rimane impegnata nell’esecuzione del proprio percorso di crescita” che include anche “la presentazione del nuovo piano, oltre all’analisi di opzioni strategiche che possano accelerare il percorso di creazione di valore”

Il cda della Sondrio, ricordando che l’offerta “non è stata in alcun modo sollecitata, né preventivamente discussa o concordata”, fa presente che il suo annuncio è arrivato “in sostanziale concomitanza con l’approvazione e la diffusione al pubblico dei risultati preliminari” della banca impedendo “al mercato di apprezzare” i conti 2024 “ampiamente superiori al consensus degli analisti”. Inoltre, prosegue la nota, le tempistiche dell’offerta non riflettono “il percorso di creazione di valore della banca in ottica stand alone, espressione di una crescita caratterizzata da sostenibilità e risultati costanti nel tempo che mette in evidenza la resilienza del modello di business di Banca Popolare di Sondrio, tutti elementi che verranno comunicati al mercato con il nuovo piano industriale 2025-2027″.

Ecco perché Popolare Sondrio dice no a Bper

L’obiettivo dell’incorporazione della Sondrio in Bper avrebbe come conseguenza “il risultato di far venir meno l’autonomia giuridica e decisionale” della banca “quale istituto di riferimento per famiglie, professionisti, imprese di piccole e grandi dimensioni, istituti ed enti locali nei contesti economico-sociali in cui opera”. Per queste ragioni, lo si diceva, anche alla luce della riconosciuta “capacità di execution” del management di Sondrio, il cda ritiene “nell’interesse di tutti gli azionisti di poter valutare il profilo di solidità patrimoniale e le prospettive di crescita e creazione di valore del nuovo piano su base stand alone, confrontandoli con le incertezze e i rischi connessi con uno scenario di integrazione con Bper”.

Tra di questi la Sondrio indica che la soglia del 35% del capitale più un’azione, di cui Bper potrebbe accontentarsi, risulta “difficilmente compatibile” con l’obiettivo di “realizzare nel minor tempo possibile la fusione”, sollevando “perplessità sia sui potenziali rischi di esecuzione” dell’integrazione che “sulla capacità di estrarre sinergie in tempi rapidi in tale scenario”. Le sinergie di costo, pari a “circa un terzo” della base di costi della Banca Popolare di Sondrio, lasciano “intravedere potenziali ricadute sul personale e sulla struttura organizzativa e commerciale della Banca” mentre le sinergie di ricavo “deriverebbero” anche “dalla condivisione di alcune fabbriche prodotto” che “sono però già oggi condivise dalle due banche”. Inoltre “non risulta” che le sinergie complessive, pari a 400 milioni, “siano state valorizzate nel corrispettivo dell’offerta a beneficio degli azionisti” della Sondrio.

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