Con avviso pubblicato sul sito internet aziendale (www.popolarebari.it, sezione “IL GRUPPO – Investor Relations – Per i Soci – Assemblea Trasformazione SpA”) nonché con le altre modalità previste dalla normativa vigente, la Banca Popolare di Bari, la più grande banca del Mezzogiorno, ha convocato per il giorno 10 dicembre 2016 in prima convocazione e, occorrendo, per il giorno 11 dicembre 2016 in seconda convocazione per deliberare in merito alla proposta di trasformazione della Banca in società per azioni, nonché alla proposta di delega per aumentare il capitale sociale della stessa.
La trasformazione in spa, con il conseguente superamento del voto capitario previsto dalla riforma delle Popolari, ,e l’aumento di capitale sono due passaggi cruciali per lo sviluppo della Banca che di recente si è estesa al di fuori dei confini tradizionali con l’acquisto, caldeggiato dalla Banca d’Italia, di Tercas dove ha creato il suo presidio in Abruzzo.
Ma non sono le uniche novità che arrivano dall’istituto controllato dalla famiglia Iacobini, banchieri di terza generazione.
La trasformazione della Banca in società per azioni comporta il diritto di recesso per coloro che non concorreranno all’approvazione della relativa deliberazione, ai sensi dell’articolo 2437 del codice civile e in proposito la Banca ha rinunciato alla svalutazione delle azioni, anche per raffreddare le tensioni che qualche socio aveva sollevato in relazione alle difficoltà di vendita dei titoli della Banca per le temporanee difficoltà del mercato delle azioni bancarie non quotate.
Al riguardo, La Banca Popolare di Bari rende noto che il valore di liquidazione delle azioni della Banca oggetto di recesso è stato determinato nella misura unitaria di Euro 7,50 per azione Banca Popolare di Bari e che tale valore è stato definito dal Consiglio di Amministrazione in conformità a quanto disposto dall’articolo 2437-ter del codice civile, con il supporto di due advisor finanziari indipendenti (Prof. Enrico Laghi e Deloitte Financial Advisory S.r.l.). In buona sostanza il valore delle azioni resta fermo ai livelli della scorsa primavera quando era stato svalutato di poco più del 20% a fronte di calo medio dei titoli bancari quotati in Borsa del 48% dall’inizio dell’anno.
Il Consiglio di Amministrazione ha tuttavia deciso di esercitare le proprie prerogative di legge disponendo la limitazione, in tutto e senza limiti di tempo, del diritto al rimborso con fondi propri della Banca. Conseguentemente, per le azioni dei soci recedenti non acquistate in sede di opzione ovvero dal mercato, non potrà aver luogo alcuna liquidazione. La Banca però si è detta disponibile ad aiutare i soci in difficoltà per favorire una maggior liquidità del titolo e sta valutando la possibilità di creare un borsino secondario dove permettere lo scambio dei titoli. “La Banca – dicono ai vertici dell’istituto barese – ha sempre improntato la propria organizzazione e i propri processi al rispetto delle normative di settore,in particolare di quelle a tutela degli investitori e dei propri clienti” ed è convinta che le difficoltà nella liquidazione dei titoli siano temporanee e dipendano non dalla banca, “che ha un solido patrimonio e attivi di qualità” ma dalla fase che vive il mercato dei titoli bancari e in particolare di quelli non quotati in Borsa.