Per questo motivo è fondamentale che l’Ue si pronunci nel più breve tempo possibile. Non a caso, i vertici degli istituti veneti stanno lavorando con le autorità europee allo scopo di ottenere l’ok necessario per salvare e rilanciare le banche. La speranza è quella di chiudere i negoziati entro l’estate.
A ribadirlo è Fabrizio Viola, Ad della Popolare Vicenza e presidente del comitato esecutivo di Veneto Banca, nel corso del Forum Banca e Impresa del Sole 24 Ore.
“Stiamo lavorando molto molto intensamente. Non c’è una data prefissata ma un calendario di lavori. Per il momento lavoriamo. Poi c’è l’auspicio che i tempi siano relativamente brevi e che questo lavoro porti a un risultato concreto”, ha detto Viola.
Ad oggi, secondo la Banca Centrale Europea, Veneto Banca e Pop Vicenza avrebbero bisogno di 6,4 miliardi di euro per salvarsi, una cifra che però non ha ancora ricevuto la conferma della Commissione europea.
“Il fattore tempo ha una sua rilevanza – sottolinea l’Ad dell’istituto vicentino – anche se non bisogna drammatizzare”. “Se i tempi rimarranno nell’alveo di quanto ipotizzato – ha continuato – non ci dovrebbe essere un problema di tempo versus continuità aziendale. Credo che le due banche possano funzionare in modo adeguato per un certo numero di mesi senza alcun problema, ma visto che si parla anche di rilanciarle è fondamentale che la certezza dell’intervento si concretizzi a breve, anche nell’ottica di ricostituire rapporto con clientela”. “.
Tuttavia per il rilancio della banca “è fondamentale che la certezza dell’intervento di concretizzi a breve per dare ai nostri clienti una storia certa su cui costruire la storia nel medio periodo”.
Viola ha poi fatto riferimento ai rapporti con Cattolica Assicurazioni che ha esercitato il diritto di recesso dalle joint venture con la Popolare di Vicenza ed esercitato l’opzione di vendita. L’istituto vicentino, a sua volta, ha ceduto il 6% della compagnia assicurativa mantenendo il 9% che non potrà vendere prima di luglio a causa di un vincolo di lock-up di 90 giorni. Considerando che Minali assumerà l’incarico di ceo di Cattolica dal prossimo 1 giugno, i due top manager hanno un mese per ricucire i rapporti, prima che si apra la finestra del lock-up. Sul tema, l’Ad ha spiegato che “i contatti sono aperti e l’auspicio è che questi possano portare a un nuovo progetto di bancassurance”
Infine sulla vendita dell’asset manager Arca, di cui le due banche venete hanno circa il 40% complessivamente, Viola ha detto “stiamo lavorando e speriamo in novità in tempi brevi”.