Si intensificano le operazioni intorno all’aumento di capitale della Banca Popolare di Vicenza, che avverrà ad un prezzo compreso tra 0,1 e 3 euro per azione. L’operazione,, per complessivi 1,763 miliardi, porterà alla quotazione in Borsa della Banca il 3 Maggio. L’intenzione è di chiudere il collocamento entro il 10.
Quella individuata dal cda dell’istituto è una forchetta di prezzo indicativa piuttosto inusuale, dovuta al fatto che “sono emerse indicazioni di interesse non sufficienti a consentire la determinazione di uno specifico intervallo di valorizzazione indicativa secondo la normale prassi di mercato”. La valorizzazione dell’istituto, come emerge dalla forchetta di prezzo così ampia, oscilla tra 1,51 e 1,8 miliardi.
In ogni caso si tratta di un prezzo molto più basso sia rispetto ai 6,3 euro fissati dalla banca come controvalore del diritto di recesso che – ha precisato un comunicato di Pop Vicenza – è stato esercitato solo dallo 0,27% del capitale sociale corrispondente a 271.339 azioni ordinarie; sia dei 62,50 euro a cui l’istituto mise in vendita le proprie azioni nell’agosto del 2014, in occasione dell’ultimo aumento di capitale.
Un’altra tappa chiave, per l’ipo dell’istituto vicentino, è l’approvazione della pratica da parte della Consob. Il presidente dell’Authoriy Giuseppe Vegas, a margine di un convegno, ha reso noto che l’esame della pratica che dovrà concedere il nulla osta alla quotazione della Popolare di Vicenza avverrà oggi.
Il mercato, con dichiarazioni riportate da Reuters, storce il naso rispetto a questa valutazione per la banca: “Penso che indipendentemente dal range di prezzo sarà difficilissimo se non impossibile quotarla. Il mercato non ha alcuna intenzione di sottoscrivere l’Ipo. Quello che conta è lo sconto sul tangible equity. Nella migliore delle ipotesi se la comprerà tutta Atlante”, spiega un senior trader.
Secondo i calcoli di un analista non citabile lo sconto sul tangible è pari a circa 0,4. “Alla stessa valutazione puoi comprare banche migliori come la stessa UniCredit, quindi perché gli investitori dovrebbero comprare la Vicenza?”, si chiede. L’analista, sulla base delle informazioni raccolte, non vede un grosso interesse sull’operazione anche se il management della popolare vicentina è apprezzato dal mercato e “si presenta bene”.
L’operazione vedrà anche il debutto di Atlante, il nuovo Fondo di sostegno al settore bancario, che, con un accordo di sub underwriting (subentro), ha rilevato da Unicredit il ruolo di garante per l’aumento e, dunque, l’onere di sottoscrivere la porzione di aumento di capitale che non sarà sottoscritta dal mercato.
Uno dei compiti di Atlante sarà anche quello di farsi carico delle sofferenze del sistema, ovvero dei crediti inesigibili: proprio in questi giorni su questo fronte è giunta una novità da 10 miliardi di euro per il sistema, ovvero una nuova valutazione dei crediti inesigibili, che da 17,5 cent per ogni euro sarebbero passati ad un valore compreso tra i 20 e i 25 centesimi, secondo i calcoli presentati dal presidente di Nuova Banca delle Marche, Nuova Banca Etruria e Lazio, Nuova Carife e Nuova Carichieti Roberto Nicastro.
Un rialzo del 5% del valore di tali crediti, se applicato ad un totale di 196 miliardi di euro di sofferenze del settore, si tradurrebbe in dieci miliardi di capitale in più per le nostre banche.