I prestiti delle opere esposte provengono da alcune importanti istituzioni pubbliche come la Galleria d’Arte Moderna di Palermo, la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, il Mart di Trento e Rovereto, i Musei Civici Fiorentini, la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e da collezioni private di statura istituzionale come quella di Intesa Sanpaolo o da gallerie e collezionisti. La mostra è curata da Walter Guadagnini.
Un viaggio tra Roma, Milano, Torino, Venezia, Palermo e Pistoia in un periodo di straordinaria vivacità e ricchezza creativa grazie agli artisti che hanno guardato alla scena internazionale, all’attività delle gallerie private, dei critici d’arte che hanno intessuto i rapporti tra l’Italia e il resto del mondo, dei collezionisti, delle riviste e delle istituzioni pubbliche che hanno saputo cogliere le novità e dare loro ila giusta importanza.
Da Venezia a Roma fino alla Scuola di Pistoia
Il viaggio espositivo prende avvio da Venezia, con la storica Biennale d’Arte del 1964, che ospita quattro artisti americani che anticipano la Pop Art: Robert Rauschenberg, Jasper Johns, Jim Dine e Claes Oldenburg. Prosegue la lettura su Roma, principale centro artistico nazionale di quegli anni, dove raggruppati nella “Scuola di Piazza del Popolo”, così chiamata in onore del Caffè Rosati e della Galleria La Tartaruga situati nei pressi della piazza, si ri trovano Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Mario Ceroli, Pino Pascali, Fabio Mauri, Jannis Kounellis, Titina Maselli, Giosetta Fioroni, Laura Grisi e altri ancora, sostenuti da galleristi quali Plinio de Martiis e Giuseppe Liverani, o da intellettuali quali Alberto Moravia e Goffredo Parise. mentre le sale dedicate a Pistoia, presentano le opere di quattro autori, Roberto Barni, Umberto Buscioni, Adolfo Natalini e Gianni Ruffi, collettivamente denominati “Scuola di Pistoia”. Quello di Pistoia è un caso unico nel panorama artistico degli anni Sessanta.
L’itinerario però continua: Torino, Milano, Firenze, Bologna, Genova e Palermo
L’itinerario continua a Torino, dove le gallerie Il Punto e Sperone, in collaborazione con la galleria Sonnanbend di New York e Parigi, introducono in Italia i lavori di Andy Warhol, Roy Lichtenstein e Robert Rauschenberg. M a qui troviamo anche Michelangelo Pistoletto, Piero Gilardi, Aldo Mondino, Ugo Nespolo, Pietro Gallina o Anna Comba. Milano, vede affermarsi una versione della Pop Art più prossima al Nouveau Réalisme francese, e in seguito, anche per l’azione della Galleria Milano e dello Studio Marconi, con autori quali Valerio Adami, Lucio Del Pezzo, Emilio Tadini, Enrico Baj. Per poi raggiungere Firenze, Bologna e Genova e Palermo con autori come Alberto Moretti, Roberto Malquori, Elio Marchegiani, Concetto Pozzati, Plinio Mesciulam e il musicologo Antonio Titone. L’ultima sezion della mostra è dedicata invece a due figure icona della Pop Art inglese e statunitense: Richard Hamilton e Andy Warhol.
In copertina: Claudio Cintoli, Mezza bocca per G.D., 1965, olio su tela, cm 80,5 x 100. Collezione privata