Dai 4,6 miliardi di euro del 2003 agli attuali 8,5 miliardi: è il ministro per la coesione territoriale, Fabrizio Barca, a spiegare come e perché le stime sul costo del ponte sullo stretto di Messina sono quasi raddoppiate in 9 anni. Nel 2003 – ricorda il ministro rispondendo a un’interrogazione presentata alla Camera – il costo di costruzione del ponte era stato stimato in 4,6 miliardi, comprendenti le attività del contraente generale, le attività del project management consultant, le attività di monitoraggio ambientale. Ma tenuto conto dell’inflazione e degli oneri finanziari nel periodo di costruzione, il fabbisogno complessivo era già stato stimato in 6,1 miliardi.
Poi c’è stata la sospensione nel biennio 2006-2008 a seguito di una risoluzione approvata alla Camera. E quando la società Stretto di Messina è stata nuovamente invitata a riprendere la realizzazione dell’opera, si è reso necessario l’aggiornamento del piano e dei vari contratti (tra cui l’aumento di capitale della società Stretto di Messina) e l’introduzione di varianti e nuove opere: una variante ferroviaria, tre fermate ferroviarie in sotterranea, lo spostamento del raccordo autostradale, la nuova area direzionale. Insomma, il nuovo quadro economico dell’intervento nel suo complesso – aggiornato dalla società Stretto di Messina nel luglio 2011 – stima il costo dell’investimento in 8,5 miliardi, comprensivo degli oneri finanziari.
Quanto alla realizzazione, c’è da rimarcare che la procedura di valutazione d’impatto ambientale è ancora in corso. All’opera comunque, ricorda ancora Barca – e’ stato conferito il carattere prioritario dal governo insediatosi nel maggio 2008 e si è provveduto successivamente all’adeguamento del rapporto di concessione.