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Ponte sullo Stretto: cantieri a metà 2025, ma gli ambientalisti annunciano nuove azioni legali

La previsione per la posa della prima pietra arriva dalla Società dello Stretto. Il progetto esecutivo e l’impatto ambientale rimangono i due temi principali in discussione

Ponte sullo Stretto: cantieri a metà 2025, ma gli ambientalisti annunciano nuove azioni legali

È stato presentato anche un ricorso alla Commissione europea contro il progetto del Ponte sullo Stretto. Lo hanno presentato Greenpeace, Legambiente, Lipu e Wwf, insieme ad altre azioni legali al Tar e al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipess). Il ricorso era stato annunciato poco prima che la Società dello Stretto comunicasse l’inizio dei lavori per il secondo semestre di quest’anno. In ogni caso, ciò che sembra dominare le discussioni sull’opera sono principalmente gli aspetti ambientali, più che quelli ingegneristici o legati ai costi pubblici. “Il progetto approderà presto al Cipess e ci arriverà nel rispetto di tutti gli standard richiesti dalle direttive ambientali di settore” ha promesso Matteo Salvini alla Camera nell’ultimo question time sul Ponte. I tempi sembrano procedere spediti per il più ambizioso progetto infrastrutturale del governo Meloni. Tuttavia, i lavori da eseguire avranno effetti sull’ecosistema, come è noto da tempo, per cui la partita non potrà mai dirsi definitivamente chiusa.

Ponte sullo Stretto: natura contro progresso

Lo specchio di mare tra Calabria e Sicilia è una riserva di biodiversità, già attraversata in profondità da tubi del gas e cavi di ogni genere. Le rassicurazioni “ecologiche” sull’opera continuano ad arrivare e a prevalere anche le polemiche sui costi. Le ultime garanzie tecniche sono giunte dall’ad della Società dello Stretto, Pietro Ciucci. La parte operativa è concentrata sulle procedure preliminari all’apertura del cantiere, tutte finalizzate a superare ostacoli e opposizioni. Gli schieramenti in campo — oppositori e favorevoli — non arretrano di un passo. Entrambi mantengono alta la propria bandiera: da una parte la natura e la denuncia di uno spreco di soldi pubblici, dall’altra la modernità e la velocità. “Prevediamo l’avvio dei cantieri nella seconda metà del 2025” ha detto Ciucci in televisione. Un’affermazione che sottolinea come la Società dello Stretto e il governo siano allineati nel perseguire l’opera. “Abbiamo effettuato un monitoraggio delle attività svolte, di quelle in corso e i prossimi passi in vista dell’approvazione del progetto definitivo” ha aggiunto Ciucci.

Salvini promette: il Ponte rispetterà gli standard ambientali e partirà nel 2025

Matteo Salvini ha rassicurato che il progetto che andrà al Cipess “ci arriverà nel rispetto di tutti gli standard richiesti dalle direttive ambientali di settore”. Il ministro delle Infrastrutture, ancora una volta, si è fatto garante della fattibilità dell’opera, nonostante le numerose obiezioni di chi vorrebbe mantenere lo status quo. Fino a quando l’attraversamento dello Stretto potrà restare com’è oggi? I soldi pubblici devono servire a rendere il Paese migliore, non a smarrirsi in controversie infinite. Ci sono amministratori locali contrari al Ponte, ad esempio. In questi giorni, i progettisti sono impegnati a completare le opere propedeutiche al cantiere, richieste proprio dalle amministrazioni comunali. “Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina è stato studiato come nessuna altra opera al mondo”, ha spiegato ancora Ciucci, riferendosi anche agli eventi sismici. Ponti sospesi sono stati già costruiti in zone con una capacità di generare terremoti molto più forti rispetto a quella dello Stretto di Messina, ad esempio in Turchia, Giappone, California. Questi ponti, grazie alla loro struttura, sono naturalmente poco sensibili alle sollecitazioni sismiche. Insomma, ogni obiezione viene respinta al mittente nell’urgenza di posare la prima pietra entro il 2025 e sbloccare i primi fondi, nonostante i ricorsi ancora pendenti. Vedremo come andrà a finire.

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