14 dicembre. È questa la data che i cittadini di Genova hanno segnato in rosso sul calendario, il giorno a partire dal quale potrebbe ricominciare tutto dopo quattro mesi di buio. “Il 14 dicembre firmerò il decreto in cui si definirà chi demolirà e chi ricostruirà il ponte Morandi”, ha affermato il sindaco e commissario, Marco Bucci, da Londra.
Una quindicina le proposte sul tavolo dei sette “saggi” incaricati di esaminarle, due quelle in pole position. Ma prima di procedere con la prima fase, quella della demolizione dei due monconi rimasti in piedi dopo la tragedia del 14 agosto costata la vita a 43 persone, occorrerà attendere il via libera del Tribunale di Genova. I giudici del capoluogo ligure hanno infatti ribadito che occorrerà attendere i risultati sui resti del viadotto fatti analizzare in Svizzera. L’esito delle valutazioni dovrebbe arrivare il prossimo 17 dicembre ed è considerato fondamentale per il prosieguo delle indagini.
Tornando ai progetti, le proposte sul tavolo, come detto, sono diverse: alcune riguardano solo la demolizione, altre solo la ricostruzione, altre ancora entrambe le cose.
Grande favorita, anche grazie all’appoggio del governo Lega-M5s, è la “cordata” composta da Salini Impregilo e Fincantieri, con il supporto della società di ingegneria di Ferrovie dello Stato, Italferr. La loro proposta prevede la costruzione di un viadotto ispirato al disegno donato a Genova dall’architetto Renzo Piano. Tempo di realizzazione: 12 mesi, esclusa la demolizione. Costo: poco più di 200 milioni. La progettazione dovrebbe essere curata da Italferr. Rispetto al progetto di Autostrade dunque i tempi si allungano di tre mesi (più quelli necessari alla demolizione dei monconi), mentre il costo rimane più o meno uguale.
L’altro progetto che però sta incontrando l’apprezzamento dei tecnici è quello di Cimolai, società friulana specializzata nella progettazione, costruzione e posa in opera di strutture metalliche. In realtà le proposte avanzate la società sono quattro, tutte firmate dall’architetto Santiago Calatrava. Si va da quella più semplice – 11 mesi per la realizzazione e 200 milioni di costi – a quella più “complicata” da realizzare in 19 mesi e che, come spiega La Stampa, prevede un ponte strallato e uno ad arco.