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Pompei a numero chiuso: 20 mila ingressi giornalieri e biglietti nominativi per contrastare l’overtourism

Pixabay

La battaglia contro l’overtourism continua e, dopo le iniziative già adottate in città come Venezia, Firenze e Roma, arriva una novità importante anche per Pompei. Gli scavi archeologici del sito hanno introdotto il numero chiuso e il biglietto nominativo, misure che sono già in fase sperimentale. Queste modifiche sono un passo deciso per affrontare il sovraffollamento turistico e, allo stesso tempo, garantire la conservazione del prezioso patrimonio della città romana, sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.

Pompei non può essere associata al turismo di massa. Vogliamo garantire un’esperienza di qualità e proteggere il nostro patrimonio, senza penalizzare la crescita” ha dichiarato il direttore del Parco Archeologico, Gabriel Zuchtriegel. Le novità sono entrate in vigore dopo un’estate record, con oltre quattro milioni di visitatori, e prevedono un massimo di 20 mila ingressi giornalieri suddivisi in fasce orarie. L’obiettivo è garantire la conservazione di un patrimonio unico al mondo, senza rinunciare, però, alla valorizzazione e alla crescita.

Pompei a numero chiuso: limiti di accesso e biglietto nominativo

“Adesso inizia la sperimentazione, in un periodo di bassa stagione, con il biglietto nominativo, che si inserisce in una logica di governare i flussi, rendendo anche la visita più personale, non sono più un numero anonimo. Ovviamente anche il bagarinaggio è un tema che stiamo monitorando molto” spiega Zuchtriegel che dirige il Parco Archeologico dal febbraio 2021. “Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”.

Dal 1° aprile al 31 ottobre, gli ingressi al parco saranno regolamentati con un massimo di 20.000 visitatori al giorno, suddivisi in due fasce orarie: 15.000 al mattino (9:00-12:00) e 5.000 al pomeriggio (12:00-17:30).

I biglietti, disponibili sia online che sul posto, saranno nominali, con il nome dell’acquirente stampato. La correttezza dei dati sarà verificata a campione ai tornelli d’ingresso, una misura pensata anche per combattere il fenomeno del bagarinaggio. Questo sistema mira a impedire la rivendita illegale di biglietti a prezzi gonfiati e con presunti “servizi extra” non inclusi.

Sicurezza e sostenibilità al centro

La decisione di limitare gli ingressi è stata presa in collaborazione con le autorità locali, come la Prefettura e i vigili del fuoco, per garantire la sicurezza di visitatori e personale. “Abbiamo vissuto giornate con oltre 36.000 visitatori, un flusso insostenibile per un sito così delicato. La priorità è evitare situazioni di rischio e assicurare uscite controllate in caso di emergenza”, ha spiegato Zuchtriegel.

Il progetto non si limita a proteggere il patrimonio, ma punta anche a migliorare la qualità della visita. “Con il biglietto nominativo, i visitatori diventano parte di un’esperienza più personale, non solo numeri in una folla,” ha aggiunto il direttore.

Promuovere un turismo diffuso su tutto il territorio

Oltre a preservare gli scavi principali, il Parco Archeologico sta lavorando a una strategia per distribuire i flussi turistici su altri siti limitrofi, nell’ambito del progetto “Greater Pompeii“. Boscoreale, Torre Annunziata, Stabia, Villa dei Misteri e Civita Giuliana sono tra i gioielli culturali meno conosciuti, ma ugualmente affascinanti, che potrebbero beneficiare di un maggiore afflusso di visitatori. “Puntiamo a un turismo lento, sostenibile, piacevole e non di massa e soprattutto diffuso su tutto il territorio intorno al sito Unesco, che è ricco di gioielli culturali da scoprire” è l’obiettivo di Zuchtriegel.

Per incentivare questa redistribuzione, è stato introdotto un servizio di navette gratuite, che collegano Pompei agli altri siti. “Puntiamo a un turismo lento e sostenibile, diffuso su tutto il territorio,” ha sottolineato Zuchtriegel.

Pompei si candida così a diventare un esempio virtuoso di gestione del turismo culturale, un modello che potrebbe essere adottato da altri siti di rilevanza globale. Come ha concluso il direttore: “La logica ci impone di scegliere la conservazione rispetto a una sterile competizione sui numeri. Dobbiamo pensare al futuro, preservando ciò che abbiamo di più prezioso”.

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