Al via la fase operativa di realizzazione del Polo strategico nazionale, gestito della società di progetto omonima partecipata da Tim (45%), Leonardo (25%), CDP (20%) e Sogei (10%), e indirizzato a fornire infrastrutture digitali e servizi cloud alla Pubblica Amministrazione, per ammodernarne i processi informatici, così come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
“Il Polo Strategico Nazionale è pronto a fornire soluzioni all’avanguardia alla Pubblica Amministrazione, che vive un processo di trasformazione digitale e che deve essere un motore di sviluppo in questa direzione per tutto il Paese”, ha commentato Emanuele Iannetti, amministratore delegato e direttore generale della società. Inoltre, “il PSN la accompagnerà nella migrazione verso un’infrastruttura che offrirà un’alta garanzia di sicurezza e tutela dei dati, ma anche una maggior efficienza tecnica e ambientale, grazie ai Data Center green a nostra disposizione. Siamo pronti a guidare questo processo”, ha concluso Iannetti.
Obiettivo PSN: il 75% PA nel cloud entro il 2026
Nel dettaglio, il Polo strategico nazionale sarà cruciale per raggiungere l’obiettivo di portare il 75% delle amministrazioni italiane a utilizzare servizi in cloud entro il 2026. Senza contare che c’è anche un tema di efficienza della spesa pubblica: con una riduzione dei costi attualmente sostenuti dalle PA per gli investimenti e la gestione delle infrastrutture, contribuendo ad aumentare l’efficienza energetica, attraverso la riduzione dei consumi anche in ottica di sostenibilità ambientale.
L’iniziativa prevede infatti la realizzazione di un’architettura a doppia region distribuita su 4 data center, interconnessi fra di loro con connettività ultra broad in fibra ottica.
Cloud: in Italia vale oltre 4,5 miliardi
Nonostante l’inflazione e le incertezze economiche, l’Italia continua la sua corsa nel cloud: un giro d’affari oltre i 4,5 miliardi di euro con una crescita del 18%, composta da un +15% di crescita organica in continuità con gli scorsi anni e da un +3% dovuto all’impatto delle aspettative di rialzo dei prezzi dei servizi cloud che potrebbero manifestarsi entro dicembre 2022.
È quanto emerge dalla fotografia scattata dall’Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Milano il Public & Hybrid Cloud, ovvero l’insieme dei servizi forniti da provider esterni e l’interconnessione tra Cloud pubblici e privati, evidenzia la dinamica di crescita più significativa, per una spesa di 2,95 miliardi, in aumento del 22% sul 2021.
Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio, segnala che “è necessario avviarsi verso una nuova fase di collaborazione nell’intero ecosistema con la partecipazione dei diversi attori del mercato cloud in ottica di sostenibilità economica e ambientale”.
L’adozione del cloud tra grandi imprese e pmi
Per quanto riguarda le imprese in quelle grandi l’adozione del cloud è ormai una certezza e rappresenta la modalità di erogazione del 44% del parco applicativo.
Anche il comparto delle pmi, dopo anni di scetticismo, ha recentemente realizzato un passo avanti. Nel 2022, il 52% delle pmi adotta almeno un servizio cloud (+7% rispetto al 2021) e complessivamente la spesa cloud delle pmi crescerà quest’anno del +24%, attestandosi a un valore di 351 milioni di euro.