Crescono in Italia le gestioni separate e le polizze vita rivalutabili di ramo I e V. Secondo gli ultimi dati comunicati dall’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni (Ivass), a fine 2019 gli attivi ammontavano a 552,6 miliardi di euro, in crescita del 20,6% su base annua, a fronte di riserve tecniche pari a 541 miliardi.
Al contempo, le gestioni separate in euro sono diminuite da 319 a 273 e quelle in altra valuta da 25 a 14, anche per effetto della concentrazione delle imprese.
Nello stesso settore, gli investimenti in obbligazioni e titoli di Stato sono diminuiti dall’86% all’81%. I titoli di stato italiani rimangono l’attivo principale scelto dalle gestioni separate, ma sono scesi in modo significativo, passando dal 52% al 44%.
In parallelo, si sono ridotti gli impieghi in obbligazioni societarie (dal 25% al 24%), mentre sono cresciuti in misura considerevole (dal 10% al 15%) gli investimenti in quote di Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (Oicr).
L’Autorità che vigila sul mercato assicurativo sottolinea che il peso in portafoglio sia dei titoli di stato che delle obbligazioni societarie con un rating BBB si è ridotto a vantaggio di investimenti con più elevato merito di credito.
I contratti che garantiscono un tasso pari allo 0%, in termini di riserve tecniche, sono aumentati dal 21% al 60%, mentre i contratti con tassi garantiti oltre lo 0% e fino al 2% si sono ridotti dal 60% al 29%.
Infine, il tasso di rendimento trattenuto dalle compagnie assicurative comincia a calare: è passato dall’1-1,1% del periodo 2015-2018 allo 0,9% del 2019. Il rapporto tra il rendimento trattenuto e quello lordo realizzato è cresciuto fino al 35% nel 2017 e si è ridotto al 33% nel 2019. Il differenziale tra il tasso medio lordo di rendimento e quello retrocesso agli assicurati, conclude l’Ivass, è passato dal 2,6% del 2015 all’1,9% del 2019.