Da qualche anno nel mondo assicurativo si parla spesso di polizze dormienti, ma cosa sono? Con questa espressione si fa riferimento alle polizze vita che potrebbero essere riscosse, ma rimangono in pancia alle compagnie perché i beneficiari non ne sanno nulla (o, più raramente, le hanno dimenticate). Sembra difficile trovarsi in questa situazione, ma non è così: a metà dello scorso anno, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) parlava di 900mila polizze “potenzialmente dormienti” nel nostro Paese.
I DUE TIPI DI POLIZZE DORMIENTI
Le polizze vita possono essere di due tipi:
- contratti a copertura del decesso dell’assicurato;
- strumenti di risparmio, cioè prodotti d’investimento assicurativi.
Si trasformano in polizze dormienti quando l’assicurato muore (nel primo caso) o l’investimento giunge a scadenza (nel secondo) e il beneficiario non si presenta a riscuotere le somme cui ha diritto.
IL RISCHIO DELLA PRESCRIZIONE
Il problema è che il sonno delle polizze genera prescrizioni. Per legge, il beneficiario di un contratto assicurativo ha 10 anni di tempo per intascare i soldi che gli spettano. Il termine decorre da quando si è verificato l’evento coperto dalla polizza, cioè la morte dell’assicurato o la scadenza del prodotto d’investimento. Se dopo 10 anni nessuno si è presentato a riscuotere, le compagnie assicurative devono versare i soldi al Fondo rapporti dormienti della Consap, la Concessionaria servizi assicurativi pubblici, società controllata al 100% dal ministero dell’Economia.
COME SCOPRIRE SE ESISTE UNA POLIZZA DORMIENTE A TUO NOME
Visto che le polizze dormienti sono sostanzialmente contratti nascosti o dimenticati, in teoria milioni di italiani potrebbero nutrire il sospetto di avere dei soldi da riscuotere in qualche assicurazione. Per togliersi il dubbio, la soluzione più ovvia è rivolgersi alla banca o alla compagnia di cui si serviva il membro della famiglia deceduto. In alternativa, si può utilizzare il “Servizio ricerca coperture assicurative vita” dell’Ania, l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici.
COME EVITARE DI LASICARE UNA POLIZZA DORMIENTE AGLI EREDI
Quando si stipula una polizza vita, bisogna indicare direttamente nel contratto il nome completo del beneficiario e tutti i recapiti utili a contattarlo quando sarà il momento. A volte però questo non basta, perché i contatti possono cambiare nel tempo e molte persone non vogliono far sapere al beneficiario che hanno sottoscritto una polizza in suo favore. In questi casi è fondamentale prendere una precauzione in più, ossia comunicare l’esistenza del contratto a una terza persona, in modo che questa possa informare a tempo debito il beneficiario. In questo modo, è scongiurato il pericolo di trasformare l’assicurazione in una polizza dormiente.
LE POLIZZE RISVEGLIATE DALL’IVASS
Per evitare la prescrizione e fare in modo che i beneficiari incassino gli importi dovuti, l’Ivass incrocia i codici fiscali degli assicurati – forniti dalle compagnie assicurative – con i dati sui decessi ricavabili dall’Anagrafe tributaria dell’Agenzia delle Entrate. Così l’Autorità ha risvegliato finora quasi 190mila polizze dormienti, per un valore complessivo pari a tre miliardi e mezzo di euro.