Ma l’Italicum non era il diabolico strumento del regime inventato da Matteo Renzi per conquistare tutto il potere? Sì, così la pensava fino a qualche tempo fa Beppe Grillo che tuonava contro la riforma elettorale e pensava al referendum abrogativo. Poi il leader pentastellato deve essersi fatto due conti e, con l’abilità del comico consumato, non ha perso tempo per lanciare il contrordine: in quattro e quattr’otto l’Italicum è diventato un baluardo di democrazia da difendere a tutti costi contro chi vorrebbe scippare ai grillini una ipotetica vittoria alle prossime elezioni politiche attraverso il ballottaggio.
Fantastico Grillo: se la politica non fosse una cosa seria che riguarda il destino di tutti gli italiani, con lui ci sarebbe sempre da divertirsi. Ma in teatro, non sulla scena pubblica.
A insospettire Grillo, che paradossalmente ora si ritrova sulla stessa linea di Renzi almeno sull’Italicum, è stata l’ultima mossa della minoranza dem e la proposta di legge del deputato Pd Lauricella che suggerisce di abolire il ballottaggio e di riservare il premio di maggioranza solo alla lista che supera il 40% o – in caso contrario – di distribuire i seggi proporzionalmente. Come succedeva ai tempi della biasimata Prima repubblica. Non c’è che dire: una bella capriola anche per la minoranza Pd che, come Grillo, non risparmia mai i paradossi ed è abituata a guardare alla politica con inguaribile nostalgia e con uno specchietto retrovisore sempre a portata di mano.
Così – deve essersi detto Grillo – la minoranza del Pd, pur di cecchinare Renzi e la sua riforma, finisce -avrebbe scritto Gianni Brera fu Carlo – per “uccellare” il ballottaggio e, insieme, le speranze grilline di vincere le prossime elezioni. Ecco perchè l’Italicum diventa di colpo un baluardo della democrazia, che va difeso a spada tratta. E poco importa se la coerenza fa un po’ difetto. A differenza della politica, la farsa non si fa mai di questi problemi.