X

Politica agricola europea, l’Italia pensa alla sostenibilità

agricoltura Kira Hoffmann da Pixabay

Il tempo stringe e per avere una politica agricola efficace a partire già dall’anno prossimo, bisogna avere tanta buona volontà. Gli stop and go italiani – tutti viziati dalla politica, in verità – sembrano sbiadire davanti all’impegno del Ministero dell’Agricoltura di dare forza ad un tavolo negoziale per tratteggiare un futuro meno grigio. Un settore portante della nostra economia è in affanno e a corto di sostegni. Loro, gli agricoltori che in questi giorni di lockdown regionali si sono presentati di nuovo in piazza, chiedono indicazioni di medio lungo periodo. Come altre categorie produttive non vogliono essere esclusi dai soldi dell’Europa del postpandemia e della new economy sostenibile. Vogliono contare, partecipare ai tavoli politici decisivi.

Ed ecco, allora, la novità: “il percorso partecipato con tutti gli attori istituzionali, economici e sociali per la redazione del Piano Strategico Nazionale della Pac post 2022 avrà inizio entro questo mese di aprile”. La tosta Coalizione #CambiamoAgricoltura ha ricevuto questo messaggio da Francesco Fortuna, Capo di Gabinetto del Ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli.

La coalizione è sostenuta da oltre 70 sigle della società civile, da associazioni ambientaliste, del biologico  ,dei consumatori e dalla Fondazione Cariplo. La politica agricola da due anni divide Parlamento ed Unione sui percorsi migliori per coltivare e consumare. Le proposte tanto a destra, quanto a sinistra, tra sovranisti e democratici hanno segnato differenze significative dentro i singoli raggruppamenti. Alla base c’è ovunque la fondamentale considerazione di non alienarsi né il consenso degli agricoltori, né i loro investimenti.

L’Italia dell’agricoltura passata da Ministri leghisti a esponenti della sinistra, ora con i Cinquestelle, entro fine anno deve mandare a Bruxelles il suo pacchetto di proposte.

Non decidere nelle stanze ministeriali, era il pungolo di #CambiamoAgricoltura che pare finalmente aver ottenuto un primo risultato con l’annuncio da parte del Ministero. Una novità dopo mesi di silenzio per stabilire le modalità del Piano Strategico Nazionale Pac post 2022, ha fatto sapere l’organizzazione.

Il Paese è in grave ritardo, fanalino di coda tra gli Stati membri dell’Unione Europea, nella stesura di questo documento programmatico guardando al “tesoretto”. I soldi a disposizione dell’Italia, infatti, nel periodo 2021-2027 sono oltre 36 milioni di euro a prezzi correnti. Completa il quadro il cofinanziamento nazionale per lo Sviluppo Rurale con altre decine di milioni di euro. Un buon flusso di denaro da spendere per colture di qualità, lotta ai pesticidi, agro biologia, occupazione, migliore rapporto tra campagna e consumi.

Non sfugge che con il governo Draghi simili contenuti debbano far parte dell’ampio percorso transecologico che tocca anche la produzione di energia pulita dagli scarti agricoli. E che una strategia partecipata dal basso eviterà eccessi di rivendicazione locali o di specifici settori. Che la partecipazione al tavolo negoziale sia sostanziale e non formale, sottolineano insieme Slow Food, Legambiente, WWF, Accademia Kronos e gli altri, evitando tavoli di confronto separati o tematici. Superato il silenzio del Ministero sarebbe davvero incredibile che a contendersi le opzioni della Pac siano singoli gruppi di influenza privi del necessario senso dell’unità. Quella virtù che in politica e nelle buone famiglie conta ancora.

Related Post
Categories: Food