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Poletti: soluzione-ponte per gli esodati e contratti a termine più costosi

Se il parlamento approverà la delega al governo celermente, il jobs act – la riforma Renzi del mercato del lavoro tanto attesa – potrà essere operativo e portare di conseguenza i primi effetti nei primi 6 mesi del 2015. Perchè, come sostenuto dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nell’intervista di RepubblicaTv, il governo deve concentrarsi sulla flessibilizzazione del pensionamento, per un’uscita anticipata a costo zero per lo Stato, e sulla riduzione dei contratti a tempo indeterminato a favore di quelli a tempo indenterminato.

“Tra le ingiustizie gravi c’è il dato degli esodati”, ha detto il ministro. “Gli esodati sono un problema che stiamo affrontando. Ma dobbiamo essere onesti, quando quella legge (la legge Fornero) è stata fatta, l’Italia era arrivata con un piede dentro il baratro. E’ stata una risposta non adeguata ma in un momento in cui l’italia ha rischiato la bancarotta, dobbiamo ricordarcelo”. Oggi “stiamo tentando di costruire una soluzione che riguardi tutte le persone che arrivano a stare in quella condizione. Un intervento di salvaguardia come fatto finora produce un effetto collaterale drammatico. Non si può andare avanti con un metodo così, serve uno strumento che dica tutti coloro i quali arrivano a stare così avranno questo tipo di trattamento. Discorso che guarda anche a chi perde il lavoro ma non è un esodato, alle persone che perdono il lavoro prima della pensione ma che non arrivano ad agganciarsi alla pensione”. A breve partirà un confronto tra ministero, Inps e commissioni di Camera e Senato. Il ministro ha intenzione di creare un ponte che colleghi una situazione a un’altra.

In Italia la disoccupazione tocca il picco del 13 per cento (è il top dal 1977) e ogni giorno si perdono mille posti di lavoro, all’esecutivo tocca approntare una efficace cura d’urto. “I contratti a termine – spiega Poletti – stanno nella legge delega perché abbiamo un’idea di riforma radicale che riguarda gli ammortizzatori sociali e i servizi per l’impiego. Se il parlamento lavora, noi chiudiamo la partita in 6 mesi. Il parlamento può chiudere entro fine anno la parte che gli compete, e noi entro i primi mesi del 2015 faremo la nostra parte. Oggi gli italiani vedono che il dramma è non trovare un posto di lavoro, averlo perso senza riuscire a trovare una soluzione. Alle domande dei cittadini la politica deve trovare una risposta, che per una parte sta anche nelle regole – nei provvedimenti normativi – e l’importante è collegare queste norme ai bisogni dei cittadini”.

“Noi – ha detto Poletti – non abbiamo un elenco dei contratti da eliminare. Avremmo bisogno di un contratto temporaneo e di un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, le tipologie poi dovranno essere tra loro in equilibrio. Il tempo indeterminato deve costare di meno nella fase di avvio rispetto a quello determinato: oggi un contratto a termine costa l’1,4% in più di un indeterminato, se non arriviamo a 10 non è significativo. Bisogna dare al datore di lavoro la possibilità di scegliere: scelgo questo perché mi costa meno o quello perché mi lascia più libero”.

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Categories: Politica