I ritardi nell’incasso della terza e quarta rata del Pnrr, pari a 35 miliardi di euro complessivi, rischiano di causare problemi di liquidità alle casse dello Stato. Per questo, il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione, Raffaele Fitto, presenterà, durante la cabina di regia di questo pomeriggio una significativa revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Questa rimodulazione del Piano comporta tagli per un totale di 15,89 miliardi di euro, in settori come le ferrovie, i Comuni, il dissesto idrogeologico e il welfare perché giudicati irrealizzabili entro l’estate del 2026 (deadline proposta dall’UE). Viene proposta, invece, l’integrazione del capitolo RepowerEu, che garantirà un finanziamento di 19,5 miliardi di euro e conterrà incentivi per le imprese, mirati a sostenere gli investimenti nell’ambito dell’evoluzione green del modello 4.0.
Il dettaglio delle misure è racchiuso in un documento di 152 pagine, il quale promette di suscitare un acceso dibattito. Le modifiche al Pnrr non comporteranno solo la redistribuzione dei fondi ma anche una riconfigurazione temporale di alcune riforme.
Posticipata di 15 mesi la riduzione dei pagamenti della PA
Tra le principali modifiche, il documento propone di posticipare di 15 mesi la riduzione dei tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione (Pa), la quale avrebbe dovuto liquidare tutte le proprie fatture entro la fine dell’anno in un periodo massimo di 30 giorni (60 giorni per il settore della Sanità). Inoltre, si richiede maggiore tempo anche per l’accelerazione delle procedure di aggiudicazione degli appalti, soprattutto considerando l’impatto del “cambio di sistema” determinato dal nuovo Codice.
Nel documento viene inoltre proposto un rinvio per la riduzione degli arretrati nei tribunali, ma sembra non vi siano problemi riguardo all’obiettivo parallelo relativo alle Corti d’appello.
Tagli ai fondi a diversi ministeri e a ferrovie
La proposta di revisione del Governo italiano agisce in diverse aree, compresi il Viminale, il ministero dell’Ambiente e l’Università. Nell’ambito delle ferrovie, alcune infrastrutture, come la connessione diagonale Roma-Pescara, subiranno un taglio di finanziamento di 620,17 milioni di euro, mentre alcuni tratti della Napoli-Bari e della Palermo-Catania verranno ridotti di altri 787 milioni di euro. I fondi risparmiati saranno destinati a nuovi interventi nel medesimo settore.
Integrato il RepowerEU
Nel dossier entra il RepowerEu con tre grandi misure di investimento: 2,3 miliardi di euro per le reti, 14,7 miliardi per la transizione verde ed efficientamento energetico, e 2 miliardi per le filiere. Vengono incluse anche sei riforme settoriali del valore di altri oltre 100 milioni di euro. Le riforme riguardano la riduzione dei costi di connessione per la produzione di biometano, gli Accordi di Power Purchasing Agreement (Ppa) rinnovabili, lo sviluppo delle competenze verdi sia nel settore privato che pubblico, la realizzazione di una road map per razionalizzare gli incentivi inefficaci per i combustibili fossili e l’introduzione di un testo unico sugli incentivi alle energie rinnovabili. Complessivamente, il Repower italiano ammonta a 19,25 miliardi di euro.
Tra i progetti inclusi vi sono quelli di importanti società come Eni, Enel, Snam e Terna, tra cui il cavo sottomarino Tyrrhenian Link per collegare la Sardegna alla costa tirrenica e il raddoppio del gasdotto lungo la dorsale Adriatica.
Anche le famiglie beneficeranno di incentivi, tra cui i bonus energetici, che saranno calibrati in base al reddito, con particolare vantaggio per quelli a reddito più basso, che potrebbero ottenere agevolazioni fino al 100-110%.
Prevista per martedì prossimo la relazione sul Pnrr da parte di Fitto.