Uno o più fondi dove far confluire i soldi che non si riusciranno a spendere entro la scadenza del 30 giugno 2026: una rimodulazione del Pnrr pensata dal Governo che porterà a un rimescolamento delle risorse per velocizzare l’attuazione del Piano.
L’idea è al centro delle interlocuzioni in corso tra la Struttura di missione di Palazzo Chigi e i tecnici della Commissione europea che a febbraio aspettano la nuova revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per non rinunciare “neppure a un centesimo” dei 194,4 miliardi del Piano, come ha detto il ministro degli Affari europei Tommaso Foti.
In pratica si vuole creare una sorta di riserva, con il consenso dell’Europa, che avrà la forma di una nuova milestone e che sarà collocata all’interno del cronoprogramma proprio a ridosso della deadline: il via libera alla costituzione dei veicoli-casseforti salverebbe le risorse inutilizzate, che potrebbero essere così impiegate anche oltre il 2026.
Il governo non chiede proroghe in generale
“Noi non chiediamo proroghe, perché è evidente che avevamo assunto degli impegni e dobbiamo essere coerenti con gli impegni che abbiamo assunto” ha detto Foti incontrando i cronisti al Parlamento europeo. “Per quanto riguarda alcune misure, sono all’attenzione mia e del Governo, e verificheremo se hanno la possibilità concreta di realizzare gli obiettivi che ci siamo prefissi o meno”.
Per le situazioni che effettivamente non possono portare a rispettare il termine del 30 giugno 2026, “proporremo al Parlamento eventuali modifiche che possono essere le ultime, voglio essere chiaro, che possiamo presentare in una scansione temporale che deve chiudersi possibilmente entro il mese di aprile“.
Alla ricerca dei fondi che potrebbero confluire nel veicolo
Le risorse inutilizzate andranno in veicoli finanziari che andranno a finanziare nuovi progetti in linea con i principi del Recovery. Il meccanismo, già sperimentato in Spagna, sarà circoscritto a pochi singoli interventi su progetti del Pnrr che procedono più lentamente, anche all’interno dello stesso comparto. Ad esempio, nelle ferrovie i lotti in ritardo perderanno i fondi Recovery, che passeranno a quelli più avanzati. A loro volta quest’ultimi cederanno fondi nazionali alle tratte in affanno: i lavori andranno avanti, ma i nuovi binari arriveranno dopo il 2026
Tra quelli papabili ci sono anche i nuovi alloggi pubblici che fanno riferimento al Pinqua, il programma innovativo della qualità dell’abitare. Il ritardo accumulato da alcuni Comuni ha convinto il Mit, che gestisce il programma, a ridurre lo stanziamento iniziale: circa 700-800 milioni dei 2,8 miliardi complessivi verrebbero travasati nel veicolo che conterrà i residui del Pnrr. Matteo Salvini punta a utilizzarli per il Piano casa, oltre che per il potenziamento della rete idrica.
Altre risorse potrebbero aggiungersi nelle prossime settimane, replicando così lo schema già adottato con la revisione del 2023, quando con l’introduzione della nuova missione RepowerEU arrivò anche un veicolo per rendere flessibile il finanziamento dedicato alla filiera degli autobus elettrici (100 milioni) e all’efficientamento energetico.