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Pnrr e Mezzogiorno, un’occasione da non sprecare. Discussi a Napoli i settori su cui puntare

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L’Europa non dimentica il Sud, ad una condizione, però, che tutte le risorse a disposizione – quelle del Pnrr, i fondi strutturali, quelli nazionali – vanno usate velocemente. Nell’evento “L’Europa presente” svoltosi a Napoli per iniziativa della vice Presidente del Parlamento europeo Pina Picierno e della Fondazione Foqus il rapporto tra l’Europa e le Regioni meridionali è stato il tema dominante di un confronto a più voci. L’Associazione Foqus ha sede nei quartieri spagnoli di Napoli, costruiti durante una lunga dominazione, contrassegnati poi da marginalità e “fatica di vivere”. Da dieci anni Foqus promuove nella zona iniziative imprenditoriali insieme alle istituzioni pubbliche ed industriali nell’ambito di un progetto di rigenerazione urbana. I riscontri ci sono, i quartieri oggi sono visitati da migliaia di turisti alla ricerca delle origini della città. Le stradine pullulano di botteghe artigiane, ristoranti, laboratori che aprono nuove prospettive.

Perché a Napoli politici, intellettuali, manager hanno accettato l’invito a confrontarsi non sul destino della sola città, ma sulle strategie più idonee a rimuovere ostacoli e barriere di ogni tipo in tutto il Sud ? La risposta migliore forse l’ha data la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, in collegamento da Bruxelles: “la nostra è un’Europa di soluzioni e non di retorica, dove contano la grandezza delle idee e la fermezza delle convinzioni. Il piano Next Generation Eu è il più grande pacchetto di aiuti dopo il piano Marshall degli Stati Uniti del 1948”. Il Sud deve essere parte di questo piano e raccordarsi con idee visionarie come quella di Focus per gli antichi quartieri di Napoli. Il punto è che un Pnrr privo di burocrazia e strutturato su progetti credibili e realizzabili è l’occasione più rapida per aiutare il Sud. “È un’occasione che non possiamo perdere: non la può perdere il Governo italiano, non la può perdere il nostro Paese, non la può perdere il nostro Mezzogiorno” dice Pina Picierno. La giornata napoletana si è articolata in panel tematici sulle autonomie e gli attori sociali al tempo di Next Generation e su Europa tra conflitti, democrazia e diritti umani. “Fino a non molti anni fa l’Europa veniva raccontata come malata di un rigorismo miope, come incapace di guardare alle sofferenze, alla vita, alle speranze delle giovani generazioni, delle persone. Oggi non è più così ” aggiunge la vice presidente del parlamento Ue.

Il governo italiano spieghi cosa vuole fare

Attualmente le risorse stanziate per il Next sono oltre 1800 miliardi di euro, tutti destinati ai cittadini dell’Unione Europea. Ce la faremo ? Per il Pd, che nel dibattito napoletano ha avuto grande spazio, il Pnrr è nato per ridurre le disuguaglianze in un momento di grande difficoltà. Il Paese presenta forti squilibri appena scalfiti da politiche assistenziali. I capitoli sono noti : infrastrutture, energia, digitalizzazione, ambiente. Dal centrodestra non arrivano segnali concreti di industrializzazione, spesa produttiva, nuova occupazione. Non si va oltre il ponte sullo stretto, quando al di qua e di là del futuro ponte, ci sono due Regioni impoverite da migliaia di giovani in cerca di lavoro fuori dall’Italia e dalla desertificazione industriale. Il Piano europeo vuole riparare le disuguaglianze ma ha bisogno di operatività e non di vacue declamazioni. “La settimana prossima in Parlamento chiederemo al Governo, schede alla mano, quali sono i progetti sul Pnrr e i problemi da risolvere insieme” ha detto a Napoli Vincenzo Amendola, già Ministro per i rapporti con l’Ue. I dati dicono che il divario Nord-Sud può ancora crescere e sempre a detrimento del Mezzogiorno. Dovranno crescere le imprese, il mondo del lavoro e la coesione Ma c’è l’incognita del progetto di autonomia differenziata che potrebbe intaccare quel 40% dei fondi da usare nel Sud.

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