Condividi

PMI resilienti al Covid, ma ora puntino sul Next Generation EU

Secondo il report di Deloitte Private, tre PMI italiane su quattro hanno resistito alla crisi pandemica nonostante il calo di fatturato del 10%. Per il futuro però servono flessibilità e digitalizzazione, sfruttando le possibilità offerte dal Next Generation EU

PMI resilienti al Covid, ma ora puntino sul Next Generation EU

Il piano di rilancio Next Generation Eu rappresenta lo stimolo ideale per PMI italiane, nell’ottica di facilitare la crescita e favorire il posizionamento competitivo sui mercati internazionali. Guardando al contesto europeo, il piano di rilancio proietta l’Europa e l’Italia verso un futuro più digitale, sostenibile e inclusivo, la direzione prioritaria soprattutto per le aziende italiane. È quanto emerso dall’ultimo report “La nuova generazione di Aziende Private – Il percorso verso la resilienza e le opportunità del Next Generation Eu” di Deloitte Private: la soluzione del network globale di consulenza rivolta alle PMI quotate e non quotate, agli imprenditori, ai family office, agli investitori privati e ai Private Equity.

Secondo il report di Deloitte Private, il 90% delle aziende riconosce il NGEU come mezzo fondamentale per sostenere la ripresa post-pandemica dell’Italia. “Potenziare e tutelare queste realtà significa tutelare le eccellenze del nostro Paese, dove spesso la frammentazione e le ridotte dimensioni dei player hanno portato nel lungo periodo a problemi di competitività e tensione patrimoniale, soprattutto in quei settori dove sono più rilevanti le economie di scala e la capacità di investimento”, ha dichiarato Ernesto Lanzillo, responsabile Deloitte Private.

In questo delicato momento storico, le PMI sono chiamate ad attuare un cambio radicale, assumendo un atteggiamento dinamico che abbracci le nuove esigenze del mercato, così da invertire il trend dell’anno più duro e incerto dove il fatturato si è contratto in media del 10,6% ed i loro margini operativi lordi hanno registrato una contrazione stimata al -22,8%, rischiando di metterne a repentaglio la resilienza.

Secondo la prospettiva di Deloitte Private, le esigenze organizzative delle PMI si possono raggruppare in 7 categorie: strategy, capital, growth, operations, technology, work e society. Guardando al contesto italiano, l’impatto della pandemia ha impresso un’accelerazione sulle priorità delle aziende di piccole e medie dimensione che si trovano in un percorso di trasformazione. Nella costruzione di organizzazioni più resilienti, in grado di resistere meglio alle crisi future, c’è la consapevolezza da parte delle aziende rispetto a queste 7 priorità organizzative, le quali possono essere considerate come asset fondamentali per il successo di una strategia resiliente.

E dall’ultima indagine di Deloitte Private, analizzando il livello di resilienza delle imprese italiane sulla base delle sette priorità sopracitate, emerge chiaramente che le organizzazioni a elevata resilienza sono il 31%, a media resilienza il 59% e solo un restante 10% risulta essere a bassa resilienza.

Per le imprese italiane intervistate, l’elemento fondamentale che determina la resilienza è la tecnologia e come priorità strategica la trasformazione digitale (68%) nel rilancio dell’economia. Quest’ultima è stata spinta proprio dalla crisi pandemica con un aumento del 23% degli investimenti in questo ambito. Entro il prossimo anno, più di 8 aziende su 10 investiranno in digitalizzazione e innovazione al fine di migliorare la propria redditività.

“A determinare il carattere di resilienza delle imprese italiane – ha spiegato Lanzillo – concorrono anche i temi di sostenibilità e di riduzione delle emissioni, seppur a differenti livelli: da chi è ancora in fase di implementazione iniziale (41%), a chi a metà processo (35%) o addirittura è maturo su queste tematiche (6%). Più della metà delle aziende italiane che hanno partecipato alla ricerca ritiene la sostenibilità ambientale un driver fondamentale per il rilancio verso il New Normal. Nello specifico, oltre a migliorare la responsabilità sociale (37%) e fornire un contributo concreto alla realizzazione di un’economia circolare (31%), le aziende vedono nello sviluppo di progetti di sostenibilità ambientale anche una strada per coniugare i benefici ambientali con un netto potenziamento della performance aziendale”

Il PNRR può contribuire a facilitare il raggiungimento di livelli di alta resilienza anche per quelle imprese categorizzate, attualmente, come a media o bassa. “Per superare l’ostacolo alla digitalizzazione, rappresentato da carenza di fondi o costi elevati o incertezze nel ritorno dell’investimento, dal report Deloitte “Connect for Europe: Next Generation Eu” risulta che circa il 50% delle aziende è in attesa delle linee guida definitive del PNRR per cogliere le opportunità del NGEU mentre 1 azienda su 3 si è già attivata per farlo, grazie al supporto di partner esterni.

“Affrontare quotidianamente l’incertezza – ha aggiunto Eugenio Puddu, Consumer Products Leader – continua a spronare le PMI a diventare ancora più flessibili, dimostrando così un concreto innalzamento del livello di resilienza dell’intero tessuto imprenditoriale italiano”.

Commenta