È ancora una volta l’ENEA, a spingere sul’ innovazione energetica delle aziende italiane. In particolare le piccole e medie sempre alla ricerca di sperimentazioni industriali , ma con scarse risorse. ENEA lancia il programma “Proof of Concept” con 2,5 milioni di euro in tre anni per avvicinare i risultati della ricerca dell’Agenzia all’utilizzo industriale. Nel triennio previsto, si realizzeranno prototipi per sviluppare nuove tecnologie o migliorare quelle già in uso nelle PMI. Per accelerare le procedure si aspetta soltanto la pubblicazione del bando. Poi la presentazione delle domande, la valutazione e quindi i fondi entro questo anno.
La partita si gioca sulla competitività, in un periodo in cui ENEA è impegnata in grandi progetti europei alla ricerca dell’eccellenza. Il Proof of Concept è autofinanziato e serve proprio a colmare il gap esistente tra la ricerca applicata e lo sviluppo industriale. Uno strumento che rientra nel piano di sviluppo dell’Agenzia pubblica ma che ha al proprio fianco partnership industriali di lungo termine. Non si escludono accordi con il mondo del venture capital, ha spiegato Marco Casagni della Direzione ENEA. Aggiungendo che i ricercatori non solo avranno la possibilità di costruire e migliorare i loro prototipi, ma anche di effettuare test necessari per la fattibilità commerciale delle tecnologie. È ciò che serve più di ogni altra cosa, nel deficit di aiuti da parte dello Stato, per attrarre capitali di rischio .
L’intera operazione è da giudicare positivamente, perché contiene anche un’ottima opportunità per chi partecipa: il trasferimento della proprietà intellettuale delle innovazioni con diritto di prelazione da parte delle aziende partner. Il mercato dei brevetti e delle certificazioni industriali spesso è off limits per migliaia di aziende che hanno bassi fatturati. A loro vantaggio, del made in Italy, c’è la determinazione di sfidare la concorrenza di Paesi dove le sinergie sono molto più avanti. E le considerazione iniziali alla base del Proof of Concep riguardano proprio i bassi investimenti delle PMI nelle tecnologie applicate rispetto alle omologhe europee. In sintesi una sfida messa in campo da parte della nostra maggiore Agenzia di ricerca