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Pmi: dalla Camera 12 suggerimenti per lo Small Business Act

“L ‘adozione di ulteriori misure per le piccole e medie imprese assume particolare rilevanza per l’economia italiana, considerato che in esse è impiegato l’81% della forza lavoro e che queste rappresentano il 71% del valore aggiunto nazionale”. Parte da queste premesse il documento finale messo a punto e approvato all’unanimità dalla commissione Attività produttive della Camera sulla revisione dello Small Business act che costituisce la principale iniziativa politica dell’Ue a favore delle piccole e medie aziende.

Il documento giunge a concluisione di una serie di audizioni sulla revisione dello Small business Act con l’obiettivo di valutare i progressi nella sua attuazione, nell’affrontare i maggiori ostacoli alla crescita delle piccole e medie imprese, e nel delineare nuove misure in risposta ai problemi posti dall’attuale contesto economico: la traduzione in misure concrete delle linee di indirizzo del riesame potrebbe dare ulteriore slancio alle piccole e medie aziende- si legge nel documento- in particolare attraverso strategie volte al loro sviluppo e alla rimozione dei tanti vincoli che bloccano la competitività del sistema Paese.

E l’occasione serve appunto a suggerire alcuni interventi. Eccoli: 1) sostenere a livello comunitario l’adozione dell’acronimo MPMI (Micro, piccole e medie imprese); 2) rendere effettivo il «test PMI», prevedendo per ogni provvedimento la valutazione d’impatto degli oneri che gravano sulle imprese, in particolare le MPMI, prevedendo la riduzione corrispondente di altri oneri; 3) applicare i principi della comunicazione «Legiferare con intelligenza», avviando l’eliminazione delle norme aggiuntive introdotte in fase di recepimento delle direttive europee; 4) provvedere a che, nel passaggio alla fatturazione elettronica sia tra imprese che tra imprese e pubblica amministrazione, il sistema creditizio riconosca a tali documenti valore di certificazione e sottragga gli importi previsti dalle fatture stesse dal computo degli affidamenti; 5) provvedere che nei provvedimenti in corso di elaborazione in merito all’utilizzo esclusivo di sistemi di pagamento tra imprese che consentono la tracciabilità attraverso il ricorso alla moneta elettronica, una quota non inferiore al 20 per cento delle commissioni applicate dagli istituti di credito venga versata al fondo centrale di garanzia; 6) modificare la normativa sul TFR prevedendo la possibilità che, nel caso di mancata opzione da parte del lavoratore, esso possa essere lasciato nell’azienda; 7) recepire prima della scadenza prevista la direttiva relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali e avviare un tavolo finalizzato a formulare proposte per la soluzione del problema dei pagamenti della Pubblica Amministrazione; 8) favorire, nella programmazione delle iniziative e nella revisione degli strumenti per l’internazionalizzazione, la partecipazione delle MPMI; 9) prevedere forme di sostegno specifiche per le MPMI nelle politiche per l’efficienza energetica; 10) ridurre i tempi e i costi per la creazione di un’impresa, per ottere licenze e permessi, dare una seconda opportunità agli imprenditori, riducendo a un massimo di tre anni entro il 2013 per gli imprenditori onesti i termini per la riabilitazione e la liquidazione dei debiti dopo il fallimento, anche attraverso procedure informatizzate;11) prevedere forme di sostegno nel passaggio generazionale delle imprese; 12) sostenere il sistema imprenditoriale e il sistema bancario italiani presso l’Unione Europea e le sedi internazionali affinché l’introduzione degli accordi di Basilea 3 non abbiano effetti di contrazione del credito nei confronti delle MPMI e di depressione del Pil.

Ora il documento sarà trasmesso al ministero dello Sviluppo economico perché possa costituire la base per l’elaborazione della legge annuale per la tutela e lo sviluppo delle micro e piccole imprese prevista dalla proposta di legge sullo Statuto delle imprese, proposta approvata dalla Camera e attualmente in corso di esame presso al Senato, in commissione Industria.

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