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Plenitude: l’utile sale del 70%, l’ebitda del 40%. Attesa per un nuovo socio prima dello sbarco in Borsa

Imagoeconomica

Quando nel 2017 Eni annunciò la nascita di Plenitude furono in molti a chiedersi se non fosse una scommessa azzardata. E invece a distanza di qualche anno gli stessi parlano di una scommessa vinta.

A dimostrarlo ci sono i numeri del primo semestrale pubblicati da Eni lo scorso 26 luglio. Attraverso un approfondimento Milano Finanza ricostruisce infatti la performance registrata da Plenitude nei primi sei mesi dell’anno in corso. Si parte dall’utile netto, salito a 200 milioni di euro dai 120 milioni del primo semestre del 2023. Il rialzo è del 70% e per fine anno si prevede un’ulteriore crescita a 250 milioni (dai 220 dello scorso anno).

L’utile operativo proforma adjusted ha toccato invece i 391 milioni di euro, crescendo del 48% rispetto al primo semestre del 2023, “grazie alla progressione dei margini retail in Italia, sostenuti anche da una minore volatilità dello scenario delle commodity, e al recupero della competitività sui mercati internazionali, nonché alla crescita della capacità installata da fonti rinnovabili e al conseguente incremento dei relativi volumi di produzione”, spiega la relazione finanziaria. In forte aumento (+30%) anche l’ebitda proforma, che da gennaio a giugno è stato di 609 milioni mentre entro la fine del 2024 potrebbe arrivare a quota 1 miliardo che potrebbero diventare 2 nel 2027. 

Da sottolineare anche i risultati raggiunti dal segmento Retail di Plenitude, che da solo potrebbe realizzare un ebitda di 800 milioni di euro nell’intero anno, dopo un progresso del 44% su base semestrale (da 370 a 530 milioni di euro). 

Il futuro di Plenitude

“Nei mesi a venire, la controllata di Eni si muoverà su varie direttrici: nel segmento delle rinnovabili, per esempio, oltre alla crescita organica sono previste operazioni di M&A «selettive». L’obiettivo è raggiungere una capacità installata di 4 Gw, da raddoppiare entro il 2027. Per il retail la strategia è di aumentare la presenza sui mercati internazionali, mentre per l’e-mobility, le colonnine dei veicoli elettrici, si punta sulle ricariche veloci nei mercati europei, con un andamento che dovrebbe portare a un ebitda positivo dal 2025”, riassume Mf che poi ricorda anche la partnership siglata con Merkur per l’installazione e gestione di 62 punti di ricarica fast e ultrafast nel mercato sloveno.

Nei prossimi mesi, argomento centrale sarà infine la possibilità di cedere una seconda tranche prima del collocamento in borsa a un investitore diverso da Eip, che attraverso un aumento di capitale di 588 milioni di euro si è già assicurato una partecipazione del 7,6%.

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Categories: Finanza e Mercati