Immaginate un ragazzo newyorchese, figlio di mamma cinese e papà giapponese, che si trasferisce a Rio de Janeiro, in Brasile, e vende pizze sfornate da una italianissima Fiat Uno, trasformata in un forno itinerante. E’ la storia, verissima, di Shei Shiroma, oggi 38 enne che nel 2011, a 25 anni, ha lasciato il suo ben remunerato lavoro da pubblicitario nella Grande Mela ed è partito per il Sudamerica, in cerca di una nuova vita. Un burn-out ante litteram, quando ancora non era diventata una tendenza come adesso. Improvvisatosi pizzaiolo di strada a Rio de Janeiro, ha montato un forno all’interno della sua Fiat Uno, con il solo aiuto dei tutorial su YouTube.
Si è fatto conoscere sui social, dove di volta in volta avvisava gli utenti sul luogo della cidade maravilhosa dove si sarebbe recato quel giorno: così nel tempo la sua pizza street ha riscosso successo e i clienti sono aumentati, fino ad aprire nel 2014 una pizzeria vera, Ferro e Farinha, che oggi di follower ne ha quasi centomila ed è stata inclusa quest’anno nell’elenco delle 100 pizzerie migliori del mondo da Top Pizza, prima in assoluto nella città di Rio de Janeiro. Ferro e Farinha, che usa forno a legna e non più l’attrezzo di metallo congegnato da Shiroma (ma che viene ricordato nel nome, “ferro”), si è classificata 89 esima ed è stata una delle cinque pizzerie brasiliane premiate, in una graduatoria dominata dall’Italia con 41 locali, seguita dagli Stati Uniti con 15.
Il segreto del successo è stato semplicemente, come sempre, la qualità: sebbene inizialmente arrangiato e con pochi mezzi, il pizzaiolo nippo-americano si è ispirato al signor Domenico, un italiano conosciuto nell’infanzia che ha voluto omaggiare dando il suo nome alla pizza Margherita da lui venduta. Poi Shiroma ci ha messo fantasia e coraggio, attingendo anche alle sue origini asiatiche che gli hanno permesso ad esempio di proporre una pizza con cavolfiori, shoyu e zenzero. L’inizio però è stato difficile: il primo locale di Ferro e Farinha, che oggi è una affermata catena da cinque ristoranti che vende pizze gourmet ad un prezzo equivalente a 15 euro, era un negozietto di 20 metri quadrati che faticava a riempirsi di clienti.
Un giorno però la stampa locale si è accorta di questo “samurai che ballava con gli impasti” (così è stato definito) e Shiroma ha attirato l’attenzione di famosi chef brasiliani che hanno creduto e investito in lui, come ad esempio Rafa Costa e Silva, proprietario del ristorante Lasai di Rio de Janeiro, due stelle Michelin e settimo miglior locale dell’America Latina secondo The World’s 50 Best Restaurants. In Brasile Shiroma è diventato una star della gastronomia ma non ha dimenticato le sue origini: New York, città dove è nato e che ha lasciato per cambiare vita. Il pizzaiolo di origine asiatica ma con accento carioca ha voluto omaggiare la City dando il suo nome ad una pizza, che non a caso è oggi la preferita dei clienti: è fatta con due passate di pomodoro differenti e con la mozzarella che passa per un lungo processo di maturazione.