Per la pizza napoletana, oramai consacrata dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità, si aprono nuovi spazi in tutto il mondo. Non che se ne avesse bisogno, a dire il vero, dal momento che la parola pizza da tempo è quella del cibo più universalmente conosciuto nei 5 continenti con cifre da capogiro. Il problema è ora di imporre a tutti, di fronte al moltiplicarsi di pizzerie che si abbandonano a spericolate improvvisazioni, di attenersi rigorosamente alla sua identità e al rispetto della tradizione salvaguardando un prodotto fiore all’occhiello di un patrimonio enogastronomico tutto italiano che affonda le sue origini nei secoli. Se c’è chi ha pensato, come è avvenuto, un vero sacrilegio, di guarnire quel cerchio magico con fette di ananas, o chi, è accaduto pure questo purtroppo, di mettervi delle ciliegie maraschino per dare un tocco di originalità, per non parlare di chi l’ha coperta di foglie d’oro e condita con caviale al modesto prezzo di 3.000 dollari, si accomodi pure, libero di farlo, ma non si azzardi a chiamarla Pizza Napoletana.
Parte da queste premesse un’importante iniziativa dell’Associazione Verace Pizza Napoletana (AVPN) che da oltre 30 anni si occupa della tutela e della promozione della vera pizza napoletana in Italia e nel resto del mondo, che ha messo in cantiere un tour che in 21 giorni farà letteralmente il giro del mondo per promuovere la cultura della vera Pizza napoletana a tutte le latitudini.
Si inizia con Melbourne, in Australia, sulla riva del fiume Yarra, con la terza edizione del Pizza Festival, evento organizzato da AVPN in collaborazione con Gradi e Crown all’interno del Food and Wine Festival, una delle più importanti manifestazioni enogastronomiche del continente. Qui entreranno in azione 30 pizzaioli provenienti dalle pizzerie affiliate AVPN di Australia e Nuova Zelanda insieme al vicepresidente dell’associazione Massimo Di Porzio e ai maestri pizzaioli Salvatore Santucci e Cristiano De Rinaldi. Ci saranno anche laboratori gastronomici, degustazioni e non solo con il coordinamento di Johnny Di Francesco e Lucio De Falco, rispettivamente presidente e vicepresidente della sezione australiana di AVPN. Novità del 2018 l’iniziativa “Make your own pizza” grazie alla quale il pubblico guidato da pizzaioli partenopei potrà realizzare e poi gustare la propria pizza.
Dall’Australia si vola negli States dove AVPN sarà presente in grande stile per il decimo anno consecutivo al Pizza Expo di Las Vegas divenuto oramai uno degli appuntamenti imperdibili del Mondo Pizza: oltre 40 metri quadrati di stand all’interno del quale si svolgeranno diversi golosi incontri sotto la guida di Peppe Miele presidente VPN Americas e di Paolo Surace responsabile pizzerie AVPN. In programma anche seminari tecnici dedicati agli operatori di settore a stelle e strisce.
Il 26 marzo sarà la volta del Giappone. A Osaka dopo l’inaugurazione ufficiale dello scorso anno dell’aula didattica dedicata ad AVPN all’interno della scuola Jogakun, prenderà il via il primo master ufficiale di pizza napoletana. Il corso, già sold-out da un mese, sarà realizzato dal maestro Marco Leone che insieme al direttore generale Stefano Oricchio guiderà 10 allievi nel percorso didattico già collaudato dalla scuola di Napoli. In programma approfondimenti specifici su tematiche quali la lievitazione a temperatura ambiente e la giusta manipolazione dell’impasto in linea con quella che è l’arte del pizzaiolo napoletano.
Per finire il 4 e il 5 aprire sarà Parigi ad essere invasa dai colori e dei profumi del prodotto italiano più amato nel mondo. Il quartiere fieristico di Paris Expo Porte de Versailles ospiterà infatti “Panizza” la fiera di settore più importante di Francia AVPN sarà presente come partner di Molini Bongiovanni, fornitore approvato per il disciplinare della vera pizza napoletana e attivo a fianco dell’associazione nella diffusione dei suoi valori.
“Dopo la programmazione che ci ha visto impegnati in prima linea nell’arte del pizzaiolo napoletano a patrimonio immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco – dichiara Antonio pace presidente di AVPN – è fondamentale proseguire il lavoro di valorizzazione della vera pizza napoletana, scopo che la nostra associazione persegue fin dalla sua nascita e che anzi rappresenta il motivo della sua Costituzione. La pizza è ormai da tempo un prodotto globale e sono diverse le sue varianti presenti in Italia nel mondo, ma è di primaria importanza difendere e far conoscere il suo stile originale e impareggiabile, quello napoletano che affonda le radici nella storia, figlio dell’estro e della generosità del Popolo partenopeo. Se da una parte tuteliamo quindi le tradizioni della cultura di questo straordinario prodotto attraverso un disciplinare internazionale che ne spiega le regole imprescindibili dall’impasto alla cottura, dall’altro facciamo sì che tutti possano beneficiarne con attività di formazione e sensibilizzazione, dentro e fuori dei confini nazionali. A testimonianza di ciò le 713 pizzerie affiliate alla nostra Associazione sparse in quattro continenti Europa, Asia, Americhe e Oceania e i 460 pizzaioli nazionali ed esteri iscritti all’albo.”
Si è detto cifre da capogiro. Non è una esagerazione. In Italia sono attive 183 mila pizzerie che occupano circa 564.000 addetti e se consideriamo l’indotto (addetti alle pulizie dei locali, fornitori di vario tipo, ecc.) si avvicinano al milione. Per numero di locali la prima in classifica è la Provincia di Roma con oltre 15.500 pizzerie. Seguono Milano con quasi 9250, e inaspettatamente, terza sul podio, Napoli con quasi 8200.
Ma le sorprese non finiscono qui Perché se i maestri pizzaioli sfornano ogni giorno in Italia quasi 8 milioni di pezzi, vale a dire circa 192 milioni di pizze al mese ovvero 2,3 miliardi di pizze l’anno per un giro d’affari di 12 miliardi di euro in realtà non siam o i più grandi mangiatori di pizza del mondo. E sì perché in Italia mangiamo 7,6 chili all’anno di pizza a testa. Ma gli americani ci battono di gran lunga, ne consumano 13 chili a testa. E non a caso una azienda USA di consegna di pizze a domicilio è arrivata a quotarsi in borsa.