TORNA L’UTILE AL BANCO POPOLARE
NO AD AGGREGAZIONI DILUITIVE PER I SOCI
Nel primo trimestre 2015 il Banco Popolare rivede l’utile registrando profitti per 209 milioni di euro a fronte di una perdita di 19 milioni nello stesso periodo del 2014 e dopo il maxi rosso del quarto trimestre 2014 da 1,8 miliardi legato alle rettifiche Bce. I proventi operativi sono saliti del 6,9% a 954 milioni. Entrambi i dati hanno battuto le attese degli analisti, che prevedevano un utile a 151 milioni e proventi a 873 milioni. Il coefficiente common equity tier 1 calcolato con l’integrale applicazione delle nuove regole di Basilea 3 è all’11,6%.
Nella conference call con gli analisti il ceo Pier Francesco Saviotti ha detto che a breve si potrebbe avere la cessione di 250 milioni di sofferenze. E’ in “corso una trattativa che potrebbe concludersi entro breve per sofferenze unsecured di un ammontare attorno a 200 milioni”, ha detto aggiungendo che il Banco ha poi un’altra trattative per 50 milioni, “che dovrebbe chiudersi tra breve, per prodotti della divisione leasing”.
Per Saviotti il ricorso alla bad bank non dovrebbe significare svendere. “Ci sono voci sui valori a cui i crediti deteriorati potrebbero essere ceduti a un’eventuale newco”, la cosiddetta bad bank di sistema, ha detto Saviotti, “e i valori pubblicizzati dalla stampa non sono valori che invitano all’entusiasmo, quindi ognuno di noi dovrebbe fare le sue valutazioni”. A questi valori il ceo ha dichiarato che non ha intenzione di cedere nulla perché “sono valori eccessivamente penalizzanti”. “Aspettiamo gli eventi – ha proseguito – Noi comunque siamo interessati a vendere e non a svendere”. Su questa posizione incide il fatto che i crediti deteriorati del Banco sono coperti all’87% da collaterali che ancora oggi in alcuni casi hanno valorizzazioni eccessivamente penalizzanti e che, ha detto Saviotti, “in condizioni di mercati normali avranno valorizzazioni ben diverse”.
Per quanto riguarda il dibattito a livello europeo sulle imposte differite, che potrebbero essere considerate aiuti di Stato, Saviotti ha giudicato un possibile intervento europeo “scandaloso”, un argomento su cui i politici “dovrebbero fare un gran casino”.
Infine, sul fronte delle aggregazioni innescate dalla riforma delle banche popolari, il ceo del Banco si è detto contrario a fusioni che diluiscano troppo i soci. “Le esigenze di trovare compagnia devono essere compensate dall’esigenza di non penalizzare, se non marginalmente, i nostri azionisti – ha detto – non sono assolutamente interessato a fare operazioni che siano eccessivamente diluiti”.
PER UBI RISULTATI SUPERIORI ALLE ATTESE
BPER, MIGLIOR TRIMESTRE DA FINE 2012
Il primo trimestre di Ubi Banca si è chiuso con un utile netto in aumento del 30,6% a 75,9 milioni, sopra le attese degli analisti ferme a 68 milioni. I proventi operativi, anch’essi superiori alle stime, si sono attestati a 866 milioni (+1,5%), con margine di interesse a 430,6 milioni (-5,3%) e commissioni a 341,2 milioni (+13,7%). Le rettifiche su crediti sono scese a 190,2 milioni da 198,6. Sul fronte infine della solidità patrimoniale, il common equity tier 1 phased in si è attestato al 12,45%, mentre il dato stimato a regime al 12,2%. Per il 2015 Ubi stima che “una ripresa dei volumi intermediati della clientela, pur in presenza di un’accesa competizione sul fronte dei prezzi, dovrebbe contribuire a sostenere la componente di margine d’interesse riveniente dalla clientela”. Il costo del credito, infine, e’ atteso “inferiore a quello del 2014”.
Utile in forte crescita anche per Bper: + 65,6% a 51,7 milioni di euro. Si tratta del miglior trimestre dalla fine 2012. Infatti, se i ricavi hanno mostrato una flessione del 4,5 per il calo del margine di interesse, le rettifiche nette su crediti e su altre attività sono risultate in forte diminuzione a 150 milioni, -44% sul trimestre precedente, -30,2% sul primo trimestre 2014, segnando il miglior dato degli ultimi 10 trimestri. Il livello delle coperture dei crediti deteriorati si attesta al 41% dal 40,7% di fine 2014. Il Cet1 ratio pro-forma fully phased è all’11,3% (11,4% phased in).
BPM, UTILE SOPRA LE STIME
MA CALANO I PROVENTI OPERATIVI
Utile in progresso del 5,1% per la Popolare di Milano che fa meglio delle stime degli analisti. Bene anche l’utile normalizzato (al netto delle componenti non ricorrenti) che segna il miglior livello da 4 anni.
Ma il trimestre fa registrare proventi operativi in calo del 3,7% a 425,8 milioni, sotto le stime degli analisti di 413 milioni a causa della flessione del margine di interesse. Da notare però che Bpm ha sperimentato un aumento dell’1,6% a 32,6 miliardi degli impieghi alla clientela invertendo così un trend negativo che durava da tre esercizi. Il totale delle rettifiche nette per il deterioramento crediti ed altre operazioni si attesta a 74,3 milioni, in calo di 11 milioni rispetto a marzo 2014.
Per quanto riguarda la solidità patrimoniale, il Common equity tier 1 si attesta all’11,57% (11,58% a fine 2014). Un risultato che fa ben sperare anche in termini di dividendi. Bpm, ha detto il consigliere delegato Giuseppe Castagna durante la conference call con gli analisti, ha una solidità patrimoniale che “ci permette di guardare sia a una crescita interna che esterna e anche a una distribuzione di dividendi che credo renda la nostra banca particolarmente interessante”.