Dai piani individuali di risparmio ai piani istituzionali di risparmio. L’acronimo rimane lo stesso, e cioè Pir, il meccanismo di funzionamento è molto simile a quello dello strumento introdotto dalla legge di Bilancio 2017, ma cambia la clientela: dai piccoli risparmiatori alle casse previdenziali e ai fondi pensione.
La novità è emersa nell’ambito delle prime audizioni sulla manovrina da 3,4 miliardi di euro attualmente al vaglio del Parlamento. A parlarne è stato Luigi Casero, vice-ministro dell’Economia che ha sottolineato come il Governo ritenga utile “prevedere la possibilità di introdurre norme che stabiliscano nuovi strumenti finanziari per casse di previdenza private e fondi pensione, secondo il meccanismo dei predetti Pir, che potrebbero altresì essere ridenominati come Piani istituzionali di Risparmio”.
A spingere il Governo ad estendere la platea dei piani individuali di risparmio anche ai fondi pensione e alle casse previdenziali potrebbe essere stato il grande successo che i Pir stanno avendo tra la clientela retail nel corso degli ultimi mesi. Una vera e propria pioggia di proposte ha inondato il mercato, incontrando il favore dei piccoli risparmiatori e consentendo di veicolare il risparmio degli italiani verso le piccole e medie imprese italiane.
Condizione imprescindibile per investire nei Pir è che almeno il 70% del valore complessivo dei Piani sia investito in strumenti finanziari emessi o stipulati da imprese italiane o estere aventi attività stabile in Italia. Inoltre, almeno il 21% del valore totale del fondo deve riguardare prodotti non emessi da aziende quotate sul Ftse Mib.
Allargando la platea dunque anche il risparmio previdenziale potrebbe essere incanalato verso le Pmi diventando sempre di più una fonte di finanziamento alternativa alle banche.
In base alle indiscrezioni, i piani istituzionali di risparmio replicherebbero per gli investitori i vantaggi già previsti dai pir, soprattutto dal punto di vista fiscale. Anche per le casse e per i fondi potrebbe che decidono di puntare su questa tipologia di investimento, potrebbe dunque configurarsi l’esenzione dalla tassazione dei redditi generati dagli investimenti mantenuti per almeno 5 anni.
Secondo quanto riferito da Milano Finanza, la questione sarebbe già sul tavolo del Governo. A breve cominceranno i primi confronti, che coinvolgeranno anche casse e fondi, sugli aspetti tecnici e sul raggio d’applicazione della novità. Ciò che è certo, in base all’andamento che ha caratterizzato questi primi mesi, è che il successo dei Pir sembra destinato a continuare.