Cesarina Minoli due giorni fa ha compiuto novantacinque anni e ieri, sei dicembre 2018, ha presentato la sua ultima intima fatica dal titolo “Dietro le quinte” – Scritti e recensioni ed edita “La lepre edizioni” presso il centro congressi di Roma La Nuvola dove si svolgeva la fiera nazionale della piccola e media editoria.
Tailleur con gonna rosso, borsa in pelle, occhi vispi e sorriso da ragazza. Cesarina Minoli è tante cose: è stata la figlia di un padre devoto a lei e alla Juventus, nonostante lei nel cuore avesse il Torino, la città che le ha dato i natali nel lontano 1923, è la madre di tre figlie Elisabetta, Francesca e Giovanni, è la nonna orgogliosa di quei nipoti che alla presentazione del suo ultimo libro hanno letto di fronte a tutti le pagine che parlavano di loro.
Dopo la laurea in Scienze politiche e diverse esperienze nel giornalismo e una serie di ricerche di sociologia industriale, si è occupata della traduzione dall’inglese di vari saggi e romanzi: alcuni grandi classici della letteratura come Moby Dick di Herman Melville e Vita e opinioni di Tristram Shandy di Lawerence Sterne. Ha scritto il suo primo libro a 83 anni.
La prima parte del libro è una raccolta di scritti che ripercorrono diversi momenti della vita dell’autrice, resoconti di viaggi, considerazioni sulla vita e sulla sua complessità, brevi racconti e riflessioni. La seconda parte è invece una raccolta di recensioni di libri e articoli sull’opera di scrittori contemporanei, tra i quali i fratelli Goncourt, Italo Calvino, Leonardo Sciascia e Nadia Fusini.
“Sei libera? Che strana impressione le aveva fatto quella frase. Libera da cosa? … Quando si è libera? Cosa vuol dire essere liberi? … Libero è chi ricerca con curiosità. Poi ci sono altre libertà: concedere a noi stessi di cambiare, non corrispondendo più a come ci vedono gli altri, cercare vie ed esperienze nuove con sicurezza e senza sensi di colpa” si legge nelle prime pagine del libro.
Libertà della cultura, della lettura, dello scrivere nelle pagine di un libro il ricordo di una vita intera, senza tralasciare la descrizione di un dolore, di una solitudine che non è vuoto, ma diventa pienezza, vedere il buio e andare oltre.
Cesarina Minoli ha spiegato il suo grande attaccamento alla natura, alla montagna: “è la roccia che ti dice tutto della vita, ti insegna a camminare e ti insegna ad avere un solo pensiero, è una scuola meravigliosa. Il rapporto con la natura è quello più essenziale che dovremmo avere. ” ha raccontato l’autrice, accompagnata dai commenti e dalle domande di Marida Lombardo Pijola e Myrta Merlino, prima amiche dell’autrice e poi giornaliste.
Il libro si apre con la descrizione della libertà e si chiude con uno sguardo al futuro e questo ha dell’incredibile quando l’autrice ha appena aggiunto un nuovo anno a quelli già trascorsi e la sua voglia di tramandare la sua storia, di rimettere le mani sulle pagine sparse della vita, sulle piccole cose scritte qui e lì sia ancora così viva.