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Pirelli: viene meno il controllo dei cinesi ma continua il dialogo sulla governance. Via libera ai dividendi

Imagoeconomica

Pirelli segna una nuova era per la sua governance aziendale: il controllo esercitato da Sinochem, il principale azionista cinese con una quota del 37%, è ufficialmente cessato. La comunicazione arriva al termine della riunione del Cda di lunedì 28 aprile 2025, durante la quale è stato confermato che “è venuto meno il controllo di Sinochem” in conformità con il principio contabile internazionale IFRS 10, con il voto favorevole della maggioranza dei consiglieri.

Il Cda della storica casa produttrice di pneumatici ha anche approvato il bilancio 2024, con un voto favorevole di nove su quindici consiglieri. Hanno votato contro il presidente Jiao Jian e i consiglieri Chen Aihua, Zhang Haitao, Chen Qian, Fan Xiaohua, mentre Tang Grace si è astenuta. Anche la proposta di dividendo è stata anche approvata, con una distribuzione pari a 0,25 euro per azione (per un totale di 250 milioni di euro), e sarà posta in pagamento a partire dal 25 giugno 2025. L’assemblea degli azionisti è fissata per il 12 giugno 2025.

La fine del controllo di Sinochem: che succede ora?

La decisione di Pirelli di separarsi dal controllo di Sinochem arriva in seguito a un provvedimento della Consob, che aveva chiesto al Cda di valutare la situazione. Il controllo dei cinesi, tramite la controllata Marco Polo Italy (MPI Italy), è stato messo in discussione a causa di modifiche normative, ed è stato approfondito con l’aiuto di società di revisione e studi legali. Alcuni consiglieri hanno espresso il loro dissenso, sostenendo che il patto parasociale tra Camfin e Cnrc/MPI Italy rimanga in vigore, e quindi Cnrc/MPI Italy avrebbe mantenuto il controllo sulla società.

Tuttavia, nonostante la fine del controllo, Sinochem non è obbligata a ridurre la sua partecipazione in Pirelli. Questo cambiamento comporta però una minore influenza diretta del gruppo cinese sulla società italiana, riducendo i legami finanziari tra le due entità. Tale evoluzione è anche il risultato delle misure adottate dal governo italiano nel 2023, che aveva esercitato il Golden Power per limitare l’accesso di Sinochem a informazioni sensibili raccolte dai sensori negli pneumatici Pirelli, prevenendo rischi strategici legati all’utilizzo dei dati.

Dazi: la strategia di Pirelli negli Usa

La fine del controllo di Sinochem si inserisce in una strategia più ampia di Pirelli, mirata a rafforzare la sua presenza negli Usa, dove sono in arrivo normative che potrebbero vietare l’importazione o la vendita di veicoli connessi che utilizzano componenti provenienti dalla Cina, nell’ambito della crescente tensione tra Washington e Pechino. In questo contesto, la decisione di ridurre l’influenza di Sinochem, come spiega il management, rappresenta solo un primo passo per allineare la governance aziendale alle nuove normative statunitensi, particolarmente quelle relative ai veicoli connessi. Il gruppo ha confermato che proseguirà nel dialogo con i suoi principali soci per garantire “una piena conformità alle normative americane, in particolare quella legata ai veicoli connessi, nell’interesse della società e di tutti i suoi stakeholders”.

Anche se l’incertezza legata ai dazi Usa continua a pesare sulle strategie globali, Pirelli ha confermato i target finanziari comunicati lo scorso febbraio. La società ha adottato un piano di mitigazione per fronteggiare l’impatto di eventuali dazi, qualora dovessero entrare in vigore. L’obiettivo resta quello di mantenere i target di ebit adjusted e di generazione di cassa, continuando con il processo di deleverage.

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