“Non abbiamo ricevuto nessuna eccezione da Consob” a proposito della cessione a Malacalza del 2,57% di Pirelli. Lo ha detto l’amministratore delegato di Unipol, Carlo Cimbri, interpellato a margine della presentazione del bilancio di sostenibilità del gruppo bolognese sull’evoluzione del dossier Camfin su cui Consob ha aperto una procedura.
Cimbri ha spiegato i motivi che hanno indotto il gruppo bolognese a cedere gran parte della quota detenuta in Pirelli, che dopo la vendita a Malacalza è scesa dal 4,4% all’1,8%. “Noi siamo subentrati alla gestione di Fonsai e di Milano Assicurazioni tra il novembre e il dicembre 2012. La scadenza delle disdette del patto era gennaio e noi non avevamo ancora preso in mano questo dossier”, ricostruisce l’ad di Unipol.
“E’ evidente che la quota in Pirelli per le sue dimensioni e per la natura dell’immobilizzo non aveva carattere di strategicità. Si trattava di circa 200 milioni di euro di immobilizzo in un’unica partecipazione, assolutamente sopradimensionata rispetto al portafoglio di Fonsai e alle nostre politiche di gestione del rischio” ha aggiunto Cimbri. A quel punto è poi giunta la proposta di acquisto che Unipol ha valutato.
“Considerando la natura della quota e vincoli che aveva, nel senso che non è una quota libera ma vincolata a un patto ma va offerta in opzione agli azionisti non al prezzo che ti offrono ma alla media dei tre mesi e questo vale anche alla scadenza del patto, abbiamo giudicato conveniente la scelta di vendere subito”, ha concluso il Cimbri.
Il titolo Pirelli guadagna due punti percentuali. Unipol perde lo 0,18%.