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Pirelli batte le stime nel 2024 e conferma i target 2025, ma resta l’incognita dazi Usa

Imagoeconomica

Pirelli ha chiuso il 2024 con risultati superiori alle previsioni e ha confermato la guidance per l’anno in corso. Tuttavia, l’eventuale imposizione di dazi da parte dell’amministrazione Trump obbliga il gruppo degli pneumatici a valutare nuove strategie per mitigare il rischio. “Stiamo valutando significativi investimenti negli Stati Uniti per aumentare la capacità produttiva”, ha dichiarato il vicepresidente esecutivo Marco Tronchetti Provera in conference call con gli analisti. In caso di nuove barriere commerciali, il gruppo metterà in campo una serie di misure per tutelare la redditività e la riduzione del debito, nonché a proteggere la parte bassa delle previsioni sull’Ebit adjusted.

Il mercato ha premiato i conti: il titolo è il migliore di Piazza Affari, con un balzo del +3,13%.

I risultati finanziari 2024 di Pirelli

Pirelli ha chiuso il 2024 con ricavi a 6,77 miliardi di euro, in crescita dell’1,9% (+4,4% a livello organico, penalizzato per 2,5 punti percentuali da cambi sfavorevoli e iperinflazione in Argentina e Turchia).  L’aumento è stato sostenuto dal miglioramento del price/mix (+2,5%) e dalla crescita del segmento High Value, che ora rappresenta il 76% delle vendite. Pirelli ha superato la performance del mercato (+5% rispetto al +4% del mercato globale). L’Ebit adjusted è salito del 5,9% a 1,06 miliardi di euro, grazie al miglioramento del price/mix (+2,5%) e a efficienze per 143 milioni. L’utile netto si è attestato a 501,1 milioni di euro (+1%), mentre il flusso di cassa netto ante dividendi ha toccato i 534 milioni, sopra il range previsto (500-520 milioni). Migliora anche la posizione finanziaria netta, scesa a 1,925 miliardi di euro, con una riduzione di 335 milioni rispetto al 2023. 

La proposta del dividendo sarà presentata all’assemblea il 26 marzo, con un piano che prevede un pay-out del 50% dell’utile netto consolidato.

Prospettive per il 2025 e il nodo dei dazi Usa

Per il 2025, Pirelli conferma i target del piano industriale, con ricavi attesi tra 6,8 e 7 miliardi di euro e un ebit margin adjusted in crescita al 16% (dal 15,7% del 2024). Il debito è previsto in ulteriore calo a 1,6 miliardi di euro, mentre il flusso di cassa netto ante dividendi dovrebbe oscillare tra 550 e 570 milioni.

L’incertezza maggiore riguarda l’eventuale introduzione di dazi Usa, che potrebbero impattare prezzi e margini. “Non sappiamo se e quando saranno introdotti dazi né quale sarà la loro entità”, ha spiegato l’amministratore delegato Andrea Casaluci.

Gli Stati Uniti valgono oltre il 20% dei ricavi di Pirelli, con una forte incidenza del segmento High Value. Più della metà degli pneumatici venduti negli States proviene dallo stabilimento in Messico, il 40% da Brasile ed Europa, mentre la produzione in Georgia si ferma a 400mila unità. 

Per contrastare l’impatto di eventuali dazi, Pirelli sta valutando di aumentare le importazioni dal Brasile, rafforzare la produzione locale e ottimizzare i costi. “Possiamo fare leva sulla nostra leadership in tecnologia, innovazione e pneumatici connessi, oltre che nei prodotti eco-safety e nel nostro brand iconico, anche grazie alla nostra partecipazione in Formula 1”, ha sottolineato Tronchetti Provera.

Secondo le stime di Citi, eventuali dazi potrebbero ridurre i ricavi di 100 milioni di euro e l’Ebit di 30 milioni, ma il gruppo si prepara a gestire l’impatto per mantenere i propri target di crescita e redditività.

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