Continuano le scintille sui Pir. Dopo la nascita dei Pir Alternativi arriva un’altra importante novità, stavolta riguardante i piani di risparmio tradizionali.
La disciplina potrebbe cambiare nuovamente. Nessun cambiamento radicale come quello stabilito con la Manovra del 2019, il ritocco riguarderà solo la soglia di investimento annua.
Un emendamento dei relatori al Decreto Rilancio Fabio Melilli (Pd), Carmelo Misiti (M5S) e Luigi Marattin (Italia Viva) cancella la soglia annua di 30mila euro per i Pir, lasciando inalterata quella da 150mila euro nel quinquennio. Tradotto, mantenendo gli stessi vantaggi fiscali (nessuna tassazione sulle plusvalenze, lo ricordiamo) e gli stessi prodotti (pmi quotate e non) i risparmiatori potranno decidere di investire somme più alte a condizione che nei cinque anni l’importo totale non superi i 150mila euro.
Lo scopo del cambiamento è quello di potenziare uno strumento che mira a collegare il risparmio privato all’economia reale, facendo arrivare a quest’ultima risorse vitali nel periodo di fortissima difficoltà economica che le famiglie e le imprese stanno vivendo a causa dell’esplosione della pandemia di coronavirus.
“L’obiettivo è di canalizzare mediante incentivi il risparmio privato italiano verso investimenti meno liquidi e quindi ampliare le fonti di capitale di rischio o comunque di accesso al credito per le Pmi in un momento di crisi di liquidità come quella attuale”, si legge nella relazione
Da sottolineare che proprio con il decreto Rilancio, su proposta di Assogestioni, il Governo ha lanciato i Pir Alternativi, prodotti dedicati a una clientela di segmento più alto, con soglie di investimento più elevate (1,5 milioni in 5 anni) e differenti vincoli di investimento, ma lo stesso incentivo dell’esenzione fiscale sui rendimenti finanziari a patto che il risparmiatore si impegni a mantenere gli investimenti per almeno cinque anni.