Dai nuovi piani individuali di risparmio (Pir) il governo si attendeva una raccolta di circa due miliardi di euro l’anno, ma “credo che queste stime saranno superate nel 2017 e questo non può essere che il miglior riconoscimento del successo dello strumento”. Lo ha detto Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del ministero del Tesoro, a margine di un convegno di Assogestioni.
“Non ci aspettavamo una risposta in termini così rapidi e immediati – ha aggiunto – l’obiettivo era veicolare il risparmio degli italiani verso l’economia reale. Le nostre imprese hanno prodotti, mercati, capacità di innovazione, ma i punti di debolezza sono la governance e l’assenza di capitale: le nostre aziende sono sottocapitalizzate e abbiamo visto nell’acceso ai mercati dei capitali la chiave di volta”.
E “questa riforma ha subito toccato terra – ha concluso Pagani – Lo dico con soddisfazione e con orgoglio. Non ci attendevamo una risposta così immediata: negli ultimi due mesi sono nati diversi Pir”.
“I Pir sono un’ottima cosa fatta da Renzi e creeranno domanda per gli investimenti in Italia”, ha detto Alessandro Profumo, presidente di Equita Sim, intervenendo al convegno “Il futuro del mercato dei capitali” a Milano
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