Le famiglie che vorranno intestare i Pir (Piani individuali di risparmio) a figli minorenni per farne uno strumento di previdenza complementare potranno farlo. E’ questa una delle più importanti novità della circolare applicativa dell’Agenzia dell’Entrate attesa a breve. Ma non sarà l’unica novità. la circolare supererà anche l’impasse creata da un refuso della Legge di stabilità 2017 che ha introdotto i Pir sbloccando gli investimenti in strumenti finanziari diversi dalle azioni (obbligazioni in testa).
E’ stato il presidente di Assogestioni, Tommaso Corcos (leggi l’intervista rilasciata a FIRSTonline), ad anticipare le novità in occasione della presentazione dei tre fondi finalizzati ai Pir che ha lanciato nei giorni Eurizon Capital del gruppo Intesa Sanpaolo, di cui Corcos è ad e direttore generale, e che in una sola settimana hanno raccolto 30 milioni.
La possibilità di intestare i Pir anche ai minorenni, attraverso un apposito codice tributo previsto dall’Agenzia delle Entrate, ne amplia il raggio d’azione e l’attrattività spingendo le famiglie a investire nei Pir anche in funzione previdenziale per i figli. Investimenti che possono arrivare a 30 mila euro l’anno fino a un massimo di 150 mila euro in cinque anni e che sono particolarmente adatti alle famiglie.
Il vantaggio dei Pir, che obbligano i gestori a investire il 70% dei capitali raccolti in imprese italiane o comunque strutturate in Italia (caso classico quello di Fiat Chrysler), è principalmente fiscale perchè chi mantiene l’investimento per almeno cinque anni è completamente esente da tasse sugli utili (sia da dividendi che da capital gain) e anche da tasse su donazioni e successioni. Chi vuole riscattare i Pir prima dei 5 anni perde l’agevolazione fiscale ma i Pir sono sempre liquidabili.
Qualche gestore, come Eurizon Capital, garantisce ai sottoscrittori di Pir anche una polizza assicurativa gratuita nel caso di morte o invalidità.
Nelle prime settimane dopo il debutto dei Pir tutto il mondo del risparmio gestito s’è messo in movimento: da Anima Sgr, che è stata la prima a lanciare prodotti dedicati ai Pir, ad Arca, Ersel, Kairos, Eurizon Capital e prossimamente Pioneer e Generali Italia. Ecco perchè l’obiettivo di raccogliere 16 miliardi di euro con i Pir appare ogni giorno di più realistico. Tanto più se, oltre ai gestori di fondi comuni, entreranno in campo gli Etf e se gli enti previdenziali otterranno di poter alzare dal 5% al 15% del loro patrimonio la quota investibile nei Pir.