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Pinocchio serve a spiegare l’economia in “Quasi un romanzo” di Leonardo Martinelli

Possono i romanzi e i film aiutarci a capire meglio l’economia? E’ l’aspirazione di un programma di Radio 3, in onda già dal 2011, ora alla base di un libro di Leonardo Martinelli, caporedattore di FIRSTonline, appena pubblicato da Longanesi. “Quasi un romanzo” (sottotitolo: “L’economia raccontata a chi non la capisce”) utilizza allo scopo classici ottocenteschi come “Bel-Ami” di Guy de Maupassant, in particolare per approfondire le tematiche (ancora attuali, eccome) dell’aggiotaggio e dell’insider trading, ma anche romanzi più recenti, come “La tigre bianca”, dell’indiano Aravind Adiga, uno spunto per descrivere cosa siano i Paesi emergenti, cosa rappresenti l’outsourcing e addirittura cosa si nasconda dietro il tapering.

La serie radiofonica, nata alla fine del 2011, nel pieno della crisi dell’euro e dell’emergere nei media di espressioni tecniche in precedenza sconosciute, come lo spread, ha avuto fin dagli inizi l’aspirazione a spiegare fenomeni economici e finanziari in modo leggero. Insomma, la letteratura e il cinema per “indorare la pillola”… visto che l’economia è considerata una materia ostica e noiosa da tanti non addetti ai lavori. Lo stesso obiettivo si ritrova nel libro. In realtà, però, certe opere d’arte forniscono direttamente un’interpretazione delle realtà economiche, in un certo senso visionarie. Talvolta scrittori e registi capiscono meglio le cose degli economisti… La descrizione di Aristide Saccard, banchiere d’assalto parigino, nel romanzo “il denaro” di Èmile Zola, del 1891, è minuziosa e veritiera, da parte di uno scrittore che, ai tempi, aveva lavorato anche come giornalista e aveva seguito una serie di scandali finanziari. Incredibile, fra l’altro, scoprire come i metodi utilizzati da Saccard ricordino terribilmente quelli fatti propri, in tempi recenti, da Bernard Madoff.

Anche un regista come il catalano Bigas Luna, più famoso per il suo genere porno-soft e un film (poco riuscito) con Valeria Marini, può essere utile per capire qualcosa di più sulle speculazioni di tipo economico. Il film “Uova d’oro”, del 1993, racconta la storia di un umile muratore, che diventa palazzinaro a Benidorm, sulla costa spagnola. Ma soprattutto, molti anni prima dello scoppio della crisi, Bigas Luna punta il dito con quel lungometraggio sull’eccessivo peso dell’immobiliare nel boom economico del Paese. In certi casi il procedimento diventa altro: l’economia e la finanza utilizzate per descrivere e capire meglio i sentimenti umani, perfino l’amore. Capita con “Dietro il banchetto”, romanzo del giapponese Yukio Mishima, anno 1960, che narra le vicende alterne di un’ex geisha, Kazu, innamorata di un politico sulla via del tramonto. In un passaggio del libro, uno dei suoi amici (che la vuole convincere di desistere da quella storia…) ricorre a paralleli borsistici per ritrarre i sentimenti della donna. Mishima, d’altra parte, per un anno, da giovane, aveva lavorato al ministero delle Finanze giapponese, prima di lasciarlo, per fare lo scrittore a tempo pieno (scriveva di notte e un giorno quasi cadde sui binari della metropolitana, andando a lavoro). Sapeva di economia, che affiora di tanto in tanto, quando meno te lo aspetti, nelle sue opere.

Gli “strumenti” possono essere anche inaspettati, perfino dei racconti (teoricamente) per bambini. “Mary Poppins” diventa il pretesto di spiegare cosa sia l’unione bancaria, quando uno dei bambini fa scatenare il putiferio nella banca del padre, dove si rifiuta di dare due penny al vecchio e avido proprietario dell’istituto. I clienti della banca presenti nei corridoi ascoltano le grida, non si fidano più. E così si genera una “corsa agli sportelli”, quando i correntisti cominciano a ad avere paura e ritirano in fretta i loro depositi da una banca, mettendone la sopravvivenza a rischio. Proprio la corsa agli sportelli è uno dei problemi (visto nella realtà l’ultima volta a Cipro l’anno scorso) che la Ue vuole evitare con l’unione bancaria. E infine “Le avventure di Pinocchio”, dove gli zecchini che si moltiplicano (illusoriamente) nel campo dei miracoli diventano sinonimi degli strumenti derivati. All’origine della crisi finanziaria del 2008. Da quel patatrac che in parte stiamo scontando ancora oggi.

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Categories: Cultura