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Pil Usa sotto le attese e i T-bond spiazzano Wall Street

Pixabay

 Salgono i rendimenti dei titoli di Stato e le Borse si mostrano nervose, in allerta da un lato sul rischio inflazione e dall’altro sul dilagare delle varianti del coronavirus, che possono ridurre l’efficacia dei vaccini. La fotografia finale dei listini europei è in chiaroscuro, mentre Wall Street, già negativa in avvio, procede in ribasso dopo il nuovo record segnato ieri dal Dow Jones. Le vendite si concentrano ancora una volta sul Nasdaq (-3,5%) e sui titoli tecnologici.

Piazza Affari limita i danni allo 0,15% e scende a 23.063 punti base, con la bilancia tenuta in precario equilibrio da due titoli dell’industria petrolifera alla luce dei conti 2020 e delle diverse previsioni: Tenaris +13,74% e Saipem -9,28%. È rosso acceso invece il secondario, dove lo spread fra decennale italiano e tedesco sfonda quota 100 e sale a 102 punti base, con un rialzo del 2,58%. Compie un salto il rendimento del Btp a +0,79% (da 69% di ieri), mentre quello tedesco sale a -0,23%. Stamattina il Tesoro italiano ha anche collocato in asta 5 miliardi di Btp a cinque anni con tassi in risalita al top da ottobre: quattro punti base in più per lo 0,11%.

Si tratta di un movimento al rialzo che sta interessando quasi tutti i titoli di Stato a partire dai Treasury americani, con il rendimento del decennale oltre quota 1,49% (+7,5%). Tutta colpa dei timori di una ripresa dell’inflazione, che fa salire i rendimenti dei T-bond e spiazza la Borsa spostando capitali dal mercato azionario a quello obbligazionario, nonostante le rassicuranti parole del presidente della Fed Jerome Powell nei giorni scorsi al Congresso e la conferma di una politica monetaria espansiva. Un atteggiamento che pesa sul dollaro e favorisce la risalita dell’euro a quota 1,22. Intanto si cerca una strategia europea comune contro la pandemia, visto l’espandersi delle varianti e i gravi danni delle restrizioni ad alcuni settori. Il premier Mario Draghi ha sentito il presidente francese Emmanuel Macron, per parlare di questi temi, che sono al centro della due giorni (oggi e domani) del Consiglio straordinario europeo.

Intanto in Italia, a febbraio, migliora l’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 100,7 a 101,4) e delle imprese (da 88,3 a 93,2), forse grazie all’effetto Draghi come sostiene l’associazione dei consumatori. L’Istat segnala che per le imprese manifatturiere e per quelle delle costruzioni l’indice recupera la flessione dovuta all’emergenza sanitaria, mentre per i servizi e il commercio al dettaglio, nonostante il deciso aumento di febbraio, i livelli rimangono ancora lontani da quelli precedenti la crisi.

Per quanto riguarda i consumatori, l’aumento dell’indice di fiducia è trainato dal marcato miglioramento delle attese sulla situazione economica generale e di quelle sulla disoccupazione. Nel resto dell’area invece i segnali sono contrastanti. In Germania l’indice anticipatore Gfk mostra un recupero della fiducia a marzo oltre le attese degli analisti, mentre in Francia a febbraio c’è stato un lieve calo da 92 a 91 punti.

Anche alla luce di questi dati e di una serie di trimestrali importanti, nel resto d’Europa Francoforte perde lo 0,68%, Parigi -0,24%, Londra -0,11%. È piatta Amsterdam, mentre Madrid sale dello 0,6%. A governare la seduta hanno contribuito i risultati di società come Bayer, Axa, Standard Chartered, Telefonica e Mediaset Espana.

In Piazza Affari a fare il bello e il cattivo tempo è stato il settore oil: Tenaris è fra i migliori titoli a livello europeo a seguito di un quarto trimestre 2020 in calo del 34% ma in linea con le attese di mercato. Migliora inoltre l’outlook 2021. Secondo Mediobanca Securities, “l’incrementato livello delle attività di perforazione sta sostenendo la ripresa degli utili della società che potrebbe tradursi in un miglioramento dei consensus”. Il broker Equita ipotizza “un secondo trimestre con un’Ebitda di almeno 232 milioni, quindi anche assumendo una stabilizzazione dell’Ebitda nel secondo semestre arriviamo a circa 830-900 milioni per il 2021”.

Delude invece Saipem. Il gruppo controllato da Eni (+1,08%) ha chiuso il 2020 con un rosso di 1,13 miliardi, ben sotto le attese, e non ha fornito una guidance per l’anno in corso a causa dell’incertezza legata alla pandemia. Inoltre, durante la call con gli analisti, il management ha detto che la pandemia dovrebbe pesare su Ebitda e margini anche nel 2021 con un ritorno alla normalità nel 2022.

Il petrolio, dopo le vendite in Asia, si muove attualmente in leggero progresso con il Brent oltre quota 66 dollari al barile. Tornando alle blue cip milanesi: rimbalza Diasorin, +3,73%, sale Generali +1,73%. Sono contrastate le banche: intesa guadagna l‘1,15%, mentre Mediobanca scende del 2,12%. Fra i titoli in rosso troviamo Telecom, -2,84%, dopo il denaro della vigilia. Ribassi anche per Cnh -2,47%, Leonardo -1,93% e Atlantia -1,76%.

Fuori dal paniere principale, Mediaset (+2,67%) beneficia dei risultati del quarto trimestre della controllata spagnola Mediaset Espana valutati migliori delle attese. Secondo un primario broker italiano, i risultati hanno confermato una grande capacità di cassa.

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