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Pil, l’Ocse promuove l’Italia e rivede al rialzo le stime

Per il segretario Gurria “quest’anno si può arrivare fino al +0,6%: l’Italia è tornata” – “Con le riforme il Pil può crescere del 6,3% in 10 anni” – Migliora il deficit – Più lenta la ripresa dell’occupazione – “Puntare su lavoro, taglio del debito e lotta a evasione e corruzione”

Pil, l’Ocse promuove l’Italia e rivede al rialzo le stime

L’Ocse ritocca nuovamente al rialzo le previsioni sulla crescita economica dell’Italia. Ora per il 2015 l’Organizzazione stima un incremento del Pil pari allo 0,4%, mentre per il 2016 vede un +1,3%. I dati sono contenuti nel rapporto annuale sul nostro Paese presentato oggi a Roma. Lo scorso 6 novembre l’Ocse aveva previsto un +0,2% per quest’anno e un +1% per il prossimo e già in quel caso le stime erano state oggetto di lievi revisioni positive. Eppure, nonostante la doppia correzione al rialzo, i numeri forniti dall’Ocse sono ancora inferiori a quelli calcolati da Bankitalia, che il 7 febbraio ha comunicato di prevedere un +0,5% per il Pil nel 2015 e un +1,5% nel 2016.

In ogni caso, il Pil italiano, “grazie alle riforme recenti, alle altre circostanze internazionali e alle ultime informazioni che abbiamo può arrivare a crescere dello 0,6% nel 2015 e si possono creare 340mila nuovi posti di lavoro in 5 anni – ha commentato il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria –. Ci hanno informato che anche domani altre riforme verranno portate in Consiglio dei ministri. Ci sarà un effetto moltiplicatore: le riforme assieme avranno un impatto congiunto superiore alla loro semplice somma”.   

Quanto all’occupazione, secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico crescerà molto debolmente: +0,1% quest’anno e +0,4% il prossimo. La disoccupazione, invece, segnerà una limatura al 12,3% nel 2015, dal 12,4% dello scorso anno, e un calo più netto all’11,8% nel 2016.

Ancora sul fronte dei conti pubblici, secondo l’Ocse, il deficit si ridurrà al 2,7% nel 2015 del Pil dal 3% del 2014, mentre l’anno prossimo segnerà un ulteriore calo all’1,8%. Nel frattempo, però, l’indebitamento lordo, in base ai parametri europei, salirà al 132,8% del Pil quest’anno, dal 130,6% dell’anno scorso, e ancora al 133,5% nel 2016.

LE RIFORME AGGIUNGERANNO 6,3 PUNTI DI PIL IN 10 ANNI

L’Organizzazione ritiene che le riforme annunciate finora dall’Italia consentiranno di aggiungere 3,4 punti percentuali in più al Pil nei prossimi cinque anni, e 6,3 punti in più nell’arco di un decennio, “a patto che (le riforme) siano rapidamente e interamente attuate”.

ITALIA TAGLI DEBITO E EVASIONE, SERVE FISCO PIU’ SEMPLICE

L’Ocse invita poi il nostro Paese a mantenere la rotta sui conti pubblici “in modo da riportare il rapporto debito-Pil su un percorso discendente”, e a “proseguire gli sforzi per ridurre l’evasione fiscale mediante un’applicazione più efficace della legge, rafforzando il rispetto degli obblighi fiscali mediante procedure di riscossione semplificate”. Inoltre, secondo l’Organizzazione, “ampliare la base imponibile, in particolare riducendo il numero di agevolazioni fiscali, e semplificare il sistema fiscale”.

MA LE PRIORITA’ SONO LA RIFORMA DEL LAVORO…

L’Italia, in ogni caso, deve dare massima priorità – secondo l’Organizzazione – alla riforma del mercato del lavoro, così da rafforzare la produttività e aumentare i posti di lavoro. Nel dettaglio, l’Ocse sollecita ad “attuare pienamente il contratto unico a tutela crescente, che prevede che le tutele aumentino gradualmente con il passare del tempo, pur salvaguardando i contratti esistenti”. Inoltre, deve essere modificata “la composizione della spesa nelle politiche attive del mercato del lavoro”, in particolare bisogna “limitare i programmi di formazione a coloro che ne hanno più bisogno e fornire assistenza ai disoccupati in cerca di lavoro in base alla loro situazione specifica”. Un’altra raccomandazione dell’Ocse è incoraggiare la partecipazione delle donne alla forza lavoro mediante orari di lavoro più flessibili e promuovendo una più ampia offerta di servizi di alta qualità di assistenza all`infanzia e agli anziani.

Inoltre, l’Organizzazione chiede di “attuare pienamente il sistema unico di indennità di disoccupazione; condizionare l’indennità di disoccupazione all’obbligo di cercare attivamente un lavoro e di accettare le offerte di lavoro e di formazione; incoraggiare le parti sociali a raggiungere accordi salariali a livello aziendale con i rappresentanti di una maggioranza dei loro dipendenti” e adottare una legge che, seguendo le raccomandazioni dell’Antitrust, introduca la concorrenza nei servizi pubblici locali e la migliori nel settore assicurativo, bancario, delle industrie di rete, delle professioni regolamentate e del commercio al dettaglio.

L’Ocse promuove il Jobs act e in particolare la norma che abolisce il reintegro per i licenziamenti, perché, “accrescendo la prevedibilità, tale norma riduce i costi reali dei licenziamenti, anche quando sono giudicati illegittimi dai tribunali, e incoraggia le imprese a creare più posti di lavoro”.

…E LA LOTTA ALLA CORRUZIONE

“Ridurre la corruzione e migliorare la fiducia in Italia è un’altra priorità – scrive ancora l’Ocse –. L’Autorità anticorruzione ha bisogno di stabilità e continuità, nonché di supporto a tutti i livelli politici, per poter monitorare efficacemente la pubblica amministrazione e i fornitori di servizi pubblici e infrastrutture”.

In seguito alla scoperta di rilevanti sprechi, dovuto in parte alla corruzione, di fondi pubblici destinati a importanti progetti di infrastrutture pubbliche, la precedente autorità per la vigilanza sui contratti pubbici di lavori (AVCP) è stata assorbita dall`ANAC.

“L’idea del governo era di rafforzare il compito di garantire l’ottimizzazione delle risorse e prevenire la corruzione, dato che la corruzione nella pubblica amministrazione incide sugli appalti pubblici – prosegue il rapporto –. A lungo termine, sarebbe meglio avere un`autorità separata come l`AVCP che si concentri sull`ottimizzazione dell`utilizzo delle risorse, mentre l`ANAC si occuperebbe di assicurare che le misure per evitare la corruzione siano adottate”.

PROMOSSA L’IDEA DI UNA BAD BANK PUBBLICA

L’Ocse, infine, consiglia all’Italia di creare una bad bank pubblica per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati: “Il sistema bancario nel suo insieme soddisfa i requisiti patrimoniali, ma nonostante l’aumento degli accantonamenti, nella metà del 2014 i crediti deteriorati rappresentavano circa il 17% dei crediti totali e gravavano pesantemente sui bilanci di molte banche. Questo potrebbe spiegare perché i tassi d’interesse sui prestiti al settore privato siano diminuiti meno rispetto a quelli sul debito pubblico, in quanto le banche mantengono elevati i margini per coprire le perdite”.

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