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Pil, l’Istat va oltre Bankitalia: +4,7% nel 2021

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Una previsione ottimistica era già arrivata ad inizio settimana dalle stime della Banca d’Italia sul Pil italiano, che dovrebbe secondo via Nazionale crescere del 4% in media nel biennio 2021-2022. Ma l’Istat, nel suo documento sulle prospettive dell’economia italiana nel 2021-2022, sembra andare persino oltre: per il nostro Paese prevede una crescita del Pil maggiore sia nel 2021 (+4,7%), sia nel 2022 (+4,4%), dopo che nel 2020 aveva perso l’8,9% e nel 2019 cresceva solo dello 0,3%. A trainare questa forte ripresa saranno, secondo le valutazioni dell’istituto di statistica, soprattutto la domanda interna – che crescerà del 4,6% nel 2021 al netto delle scorte – e gli investimenti, che quest’anno aumenteranno quasi dell’11%. Lo scenario, precisa lo stesso istituto, “incorpora gli effetti della progressiva introduzione degli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). I rischi associati allo scenario sono legati all’effettiva capacità di realizzazione delle misure programmate e all’evoluzione dell’emergenza sanitaria”.

L’evoluzione attesa per gli investimenti permetterebbe anche un deciso recupero della loro quota sul Pil, che salirebbe di circa 2 punti percentuali, dal 17,8% del 2020 al 19,6% del 2022. Un po’ meno importante, questa volta, sarà la domanda esterna: il Covid in molte aree del mondo colpisce ancora duro e questo condiziona il commercio internazionale. Ecco perché l’export, che pure continua ad essere un punto di forza della nostra economia, darà un contributo appena dello 0,1% nel 2021, mentre addirittura segnerà un -0,1% nel 2022.

“Nei primi mesi dell’anno lo scenario internazionale è stato caratterizzato da una decisa ripresa del commercio mondiale e da un progressivo miglioramento della produzione, seppure con tempistica e ritmi eterogenei tra i paesi”, scrive l’Istat nella sua nota. Accelerazione in vista anche per il lavoro.

L’occupazione si allinea alla crescita del Pil e nel 2021 l’Istat la pronostica al +4,5%, con un ulteriore +4,1% l’anno prossimo. L’andamento del tasso di disoccupazione rifletterà invece la progressiva normalizzazione del mercato del lavoro – con la fine del blocco dei licenziamenti che inevitabilmente provocherà nell’anno corrente un aumento delle persone in cerca di lavoro (+9,8%), e un lieve calo nel 2022 (+9,6%).

Confermata anche la tendenza a una ripresa dell’inflazione, trainata dagli effetti dei rincari del petrolio e delle materie prime. Il deflatore della spesa delle famiglie residenti aumenterà dell’1,3% nell’anno corrente, spinto dalla risalita dei prezzi dei beni energetici, per poi registrare una decelerazione nel 2022 (+1,1%).

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Categories: Economia e Imprese