La Commissione europea ha sostanzialmente confermato le previsioni sulla crescita economica dell’Italia. Ora Bruxelles stima che nel 2016 il Pil italiano sia cresciuto dello 0,9% (lo scorso 9 novembre la previsione si fermava al +0,7%), cui dovrebbe seguire un’espansione analoga nel 2017 (lo stesso dato diffuso in autunno) e un +1,1% nel 2018 (dal +1% stimato a novembre). I nuovi dati, contenuti nelle previsioni economiche invernali, sono comunque i più bassi di tutta l’Unione europea. Le prospettive di crescita dell’Italia rimangono “stabili ma modeste”, si legge nel documento pubblicato oggi a Bruxelles.
“In Italia si prevede una crescita del Pil dello 0,9% quest’anno, allo stesso livello del 2016, e un leggero aumento nelle stime per il 2018, sostenuto dai bassi tassi d’interesse e da una forte domanda esterna – ha commentato il commissario Ue agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici – ma le debolezze strutturali ostacolano una ripresa più forte”. Nella sua analisi della congiuntura, l’Ue accoglie positivamente l’impegno del governo di correggere la traiettoria dei conti pubblici entro aprile.
La Commissione ha rivisto anche le previsioni sui conti economici dell’Italia. Il debito-Pil è indicato al 132,8% sul 2016, al 133,3% quest’anno e al 133,2% nel 2018. Tre mesi fa era stimato al 133% del Pil sul 2016 e al 133,1% su 2017 e 2018.
Bruxelles sta lavorando al nuovo rapporto sul rispetto della “regola del debito”, atteso per il 22 febbraio: “Come nei rapporti precedenti – ha continuato Moscovici – esamineremo i fattori rilevanti che potrebbero spiegare perché, a prima vista, l’Italia non è in conformità con le regole” del Patto di Stabilità. In ogni caso, ha precisato il francese, la Commissione non intende inviare “ultimatum all’Italia”, ma instaurare un “dialogo costruttivo” con il nostro Paese.
Quanto al deficit-Pil, ora l’Europa parla di un 2,3% nel 2016, cui farà seguito un 2,4% quest’anno e un 2,6% nel 2018. Il 9 novembre l’Ue prevedeva prevedeva un 2,4% sul 2016 e sul 2017 e un 2,6% sul 2018.
Il deficit strutturale di bilancio, voce cruciale nella valutazione da parte di Bruxelles delle regole del Patto di stabilità e di crescita, è stimato all’1,6% del Pil sul 2016, al 2% sul 2017 e al 2,5% sul 2018. Tre mesi fa era indicato rispettivamente all’1,6%, al 2,2% e al 2,4%.
Infine, in Italia “la bassa redditività del settore bancario e l’alto onere dei crediti deteriorati (‘Npl’, ndr) freneranno probabilmente l’aumento del credito”, scrive la Commissione, ricordando che l’inchiesta sulle forniture di crediti da parte delle banche nel quarto trimestre del 2016 indica che non ci sono cambiamenti e non sono attesi ulteriori miglioramenti per il primo trimestre del 2017 per quanto riguarda i prestiti alle società.