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Pil Italia ai livelli del ’95, ko anche Francia e Spagna

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Crollano oltre il previsto i Pil delle economie europee più colpite dalla pandemia coronavirus. Quello italiano, secondo i dati comunicati da Istat, è addirittura precipitato sui valori del 1995, perdendo il 12,4% nel secondo trimestre 2020 rispetto al primo (quando aveva perso il 5,4% rispetto a fine 2019), e il 17,3% rispetto al secondo trimestre del 2019. La variazione acquisita per il 2020 – cioè il Pil che si registrerebbe a fine anno se non ci fossero altre variazioni nei trimestri rimanenti – è del -14,3%, e l’Italia ora è ufficialmente in recessione.

I dati sono particolarmente pesanti, anche se in buona parte attesi per via degli effetti della crisi innescata dal Covid-19. Soltanto ieri, sempre l’Istat aveva rilasciato altri dati pesanti per quel che riguarda la disoccupazione, con la perdita di 600 mila occupati da febbraio e 700 mila inattivi in più. Istat precisa che quelli sul Pil sono ancora dati preliminari, e spiega: “La caduta del Pil si colloca all’interno di un contesto internazionale dove le principali economie registrano riduzioni di analoga portata a causa del diffondersi della pandemia”. Alludendo soprattutto al capitombolo degli Stati Uniti, ancora nel pieno dell’emergenza sanitaria e col Pil a -32,9% nel secondo trimestre.

Non va meglio nemmeno ai nostri partner europei. Francia e Spagna, gli altri due Paesi maggiormente colpiti dal contagio e costretti come noi a mesi di lockdown, registrano anche loro perdite a doppia cifra. La Spagna, dove peraltro il virus torna a far paura proprio in questi giorni, il Pil è crollato del 18,5% nel secondo trimestre (che a livello annuo diventa -22,1%), dopo che già nel primo aveva ceduto il 5,2%. Parigi incassa invece il terzo trimestre consecutivo col Pil in negativo: nel secondo trimestre il dato segna -13,8%, facendo comunque un po’ meglio rispetto alle previsioni di metà giugno.

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In questo contesto, sono circa 200 mila le assunzioni previste dalle imprese nel mese di agosto. Rispetto allo stesso mese del 2019 la riduzione delle entrate programmate è pari al 17,7%, ma la tendenza si presenta in miglioramento se confrontata con luglio di quest’anno, quando la caduta tendenziale dei flussi è stata del 38,6%. Per l’autunno tuttavia predomina ancora un clima di incertezza: sono infatti poco più di 798mila al momento le assunzioni programmate dalle imprese considerando l’intero trimestre agosto-ottobre, con una flessione del 25,5% su base annua. A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

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Categories: Economia e Imprese