Il 2020 sarà un altro anno difficile per il Pil dell’Italia. Secondo la Commissione europea, che giovedì ha pubblicato le previsioni d’inverno sull’andamento delle economie Ue, quest’anno il nostro Paese crescerà soltanto dello 0,3%.
La nuova stima, oltre a essere la più debole di tutta l’Unione, è più bassa dello 0,1% rispetto a quella pubblicata a novembre ed è pari esattamente alla metà di quella indicata dal governo (0,6%) nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def) pubblicata a settembre. Un dato che comunque nei giorni scorsi l’Ufficio parlamentare di bilancio aveva rivisto al ribasso fino allo 0,2%, ancora peggio rispetto agli ultimi calcoli di Bruxelles.
Peraltro, lo 0,3% previsto ora dall’esecutivo comunitario è anche un dato ottimistico, perché non tiene conto dei danni prodotti dall’epidemia del coronavirus Covid-19, ancora troppo difficili da valutare.
L’anno scorso, invece, è andata leggermente meglio delle attese, con il Pil che alla fine è cresciuto dello 0,2%, anziché dello 0,1% stimato nelle previsioni d’autunno. E questo nonostante un quarto trimestre difficile.
Paolo Gentiloni, ex premier italiano e attuale commissario europeo all’Economia, ha ammesso che per l’Italia si registra “un rallentamento più accentuato”, ma si è anche detto certo che “il governo instaurerà un dialogo con la Commissione perché il molto lavoro che sarà necessario nei prossimi mesi vada nella giusta direzione”.
Nel rapporto di Bruxelles si legge che il reddito di cittadinanza sostiene il consumo privato. A questo proposito, Gentiloni ha detto che “quando registriamo l’effetto di alcune misure economiche non diamo una valutazione politica sulla loro congruità o meno. Certamente si tratta di una misura che produce degli effetti distributivi e tecnicamente misurabili in termini di crescita, ma non confonderei questo con una valutazione positiva o negativa di questa come di altre misure”.
Quanto all’Ue e all’Eurozona, la Commissione ha lasciato invariate le previsioni di crescita rispettivamente a +1,2% e +1,4%, ma definisce l’epidemia del Coronavirus “una fonte di crescente preoccupazione” che mantiene le prospettive “ancorate al ribasso”.
Per Gentiloni, “qualsiasi valutazione sugli effetti economici del coronavirus è soggetta a grande incertezza. Il virus influenzerà il Pil cinese principalmente nel primo trimestre del 2020, con ricadute globali relativamente limitate. Questa è un’ipotesi – non una previsione – che è ovviamente soggetta a rischi al ribasso se l’epidemia dovesse durare più a lungo o peggiorare ulteriormente”.